Cento giorni da incubo per il governo Starmer

Il premier ha commesso ingenuità e alcune notizie riportano che ha accettato regali per migliaia di sterline in vestiti, occhiali firmati, biglietti per concerti e partite di calcio, ma il vero problema è la crisi economica
Il primo ministro britannico Starmer - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il primo ministro britannico Starmer - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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In Italia sappiamo quanto il gradimento per l’operato dei politici nazionali sia variabile. In altri stati europei ciò accade con minore frequenza. Negli ultimi anni, però, le cose sono cambiate anche in Europa. Circa un mese fa avevamo già notato le difficoltà nelle quali si dibatteva il governo laburista eletto il 4 luglio scorso, guidato da Keir Starmer la cui immagine di leader offertosi quale antidoto alla corruzione del partito conservatore in 14 anni di potere sembra essersi già appannata.

In particolare, Starmer aveva promesso di riportare la moralità nella politica nazionale, far crescere l’economia del paese e ripristinare servizi pubblici logori come il National Health Service finanziato dallo Stato. In effetti, il suo governo ha preso alcune ottime decisioni: ha posto fine agli scioperi di medici e ferrovieri, ha fondato un’azienda pubblica di energia verde, ha rottamato il piano tory di deportare i richiedenti asilo in Ruanda, ha presentato proposte di legge per rafforzare i diritti dei lavoratori e degli affittuari.

La reazione dei laburisti ai giorni di violenza anti-immigrati alimentata dall’estrema destra (in città e paesi in Inghilterra e Irlanda del Nord in estate) è stata in fondo solerte, con centinaia di violenti ristretti in prigione.

Il vero problema per Starmer è l’economia britannica, ostacolata dal crescente debito pubblico e dalla bassa crescita (appena lo 0,2% ad agosto). Il primo ministro ha avvertito che il suo esecutivo dovrà adottare iniziative radicali per far migliorare le cose, dovendo limitare la spesa pubblica a causa del «buco nero» di 22 miliardi di sterline lasciato dai conservatori.

Infatti, uno dei primi atti del governo è stato quello di privare milioni di pensionati del sussidio destinato ad aiutarli a riscaldare le case in inverno. Ideata al fine di esibire l’attitudine ad assumere decisioni difficili, la scelta ha generato una forte reazione da parte del suo stesso partito laburista e dell’opinione pubblica.

Inoltre, queste decisioni si sono accompagnate con le notizie che Starmer aveva accettato regali per migliaia di sterline in vestiti, occhiali firmati, biglietti per concerti e partite di calcio, riaprendo, a suo danno, il capitolo della corruzione della politica. Si è trattato di errori evitabili che hanno offerto l’idea di una grave incompetenza, nociva per il governo alla vigilia della presentazione (il 30 ottobre) della legge di bilancio nazionale.

Essa richiederà, da parte del Cancelliere dello Scacchiere, Rachel Reeves, molta abilità, dovendo realizzare la promessa di non aumentare l’imposta sul reddito, l’imposta sulle vendite e sulle società, e il bisogno di tagliare le spese per riprendere il controllo delle spese. Voci sostengono che Reeves voglia aumentare le imposte sulla ricchezza, come le plusvalenze delle grandi società o l’imposta di successione.

L’impressione è che il governo laburista voglia prendere decisioni dolorose ora, avendo così il tempo di modificare il trend economico del paese, mostrando un’economia in crescita, migliorando gli standard di vita e dimostrando agli elettori di avere una visione politica ampia.

E tempo, in teoria, ci sarebbe: non sono previste altre elezioni politiche prima del 2029. Bisognerà capire se ai laburisti sarà dato di agire con calma: vista anche la situazione internazionale (con le possibili ricadute su quella interna), qualche preoccupazione non manca.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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