Per capire davvero una coppia bisogna ricorrere al genogramma

Mi è stato chiesto, di recente, quale fosse l’ingrediente principale della Mediazione Familiare, quel quid che la distingue da tutti gli altri percorsi di risoluzione dei conflitti. Certamente la stanza, luogo dedicato, segreto e protetto per l’ascolto delle emozioni. Tuttavia è il Tempo che consente di far luce e chiarezza sul perché il conflitto è sorto e sulle ragioni della dissoluzione del rapporto. Un disvelarsi che emerge dal clangore ottuso della rabbia e del rancore, ripercorrendo in un tempo dedicato l’intera storia della coppia.
Una storia che non è mai un fatto privato, perché al suo interno vive una brulicante moltitudine di personaggi. Siamo propensi sempre a pensarci unici. Io sono. Tu sei. Io sono fatto così, lui è fatto così. Théodule Ribot, Pierre Janet e Alfred Binet ci hanno invece rivelato come noi si sia in realtà abitati da una «confederazione di anime» che, di volta in volta, si pongono sotto il controllo di un «io egemone» predominante, che si alterna, spodestandolo, al precedente. Una teoria psicologica, ripresa anche da Nietzsche e Bergson, protagonista del famoso dialogo fra Sostiene Pereira ed il dottor Cardoso nell’omonimo romanzo di Tabucchi.
Pensate poi che questa confederazione di anime che vive al nostro interno è, a sua volta, inglobata ad una galassia di personaggi vivi e morti, appartenenti al nostro albero genealogico che lavorano dentro di noi, inconsapevoli, instillandoci modelli, lealtà invisibili, dinamiche di fedeltà al clan, conflitti, alleanze, eredità simboliche e materiali, narrazioni che pesano sulle decisioni della coppia e la condizionano terribilmente. Un assedio costante, insomma, di gente invisibile che gioca a scacchi nella nostra vita familiare mettendo a dura prova qualsiasi forma di amore. Rendere la coppia consapevole di questo brulicare di presenze, credetemi, fa tirare loro un grande sospiro di sollievo.
Non è proprio tutta colpa nostra. Non siamo sbagliati. Semplicemente l’Io egemone di ciascuno ha preso il sopravvento sulle nostre moltitudini e poi ha fatto comunella con i nostri avi, passeggeri clandestini sul vascello della vita e dei nostri amori. La fine di una storia diventa uno dei tanti possibili epiloghi possibili da estrarre dal canovaccio di una storia con tanti protagonisti. Questo porta i mediandi a guardarsi con un’indulgenza che stempera i rancori e le recriminazioni. Per far emergere questo microcosmo clandestino occorre tempo ed uno strumento eccezionale: il Genogramma.
Un albero genealogico trigenerazionale che viene disegnato direttamente dai mediandi con un metodo preciso. Dentro alle ramificazioni genometriche che rappresentano la famiglia e i suoi legami, emergono infinite cose, anche che siamo figli di una catena di aspettative e paure lunga tre generazioni o di una catena di matrimoni infelici. Guardare un genogramma è come accendere la luce e vedere che non si è soli nella stanza. Aiuta a comprendere che non siamo gli unici responsabili delle nostre vicissitudini, ma abbiamo un’intera squadra di avi che ci allena da anni verso la vittoria o verso la sconfitta. Sta alla coppia decidere se spezzare queste catene, sfidare gl’Io egemoni e le moltitudini che ci abitano ed i condizionamenti familiari, con ironia e un po’ di coraggio per una nuova discendenza libera da qualsiasi atavico condizionamento.
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