Opinioni

Nelle case degli amori sfiniti si pensi ai figli

Passioni svanite e case spettrali: quando la coppia scoppia e i figli soffrono. Un grido d'aiuto per famiglie in crisi
Un figlio che guarda i genitori litigare
Un figlio che guarda i genitori litigare
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Nelle case degli amori sfiniti o smarriti, dove anche il conflitto ha perso il suo scopo, i coabitanti si aggirano come spettri. La comunicazione rarefatta e minimalista è rivolta alle questioni pratiche, mentre nel mondo sommerso dell’anima schiumano bolle di livore incandescente, grumi di recriminazioni e rancori, alternati da lampi accecanti di ricordi belli e fangosi scivoli di tristezza. Dove prima regnavano amore e affetto, ora impèra lo spaesamento. Nessuno si tiene più per mano. Muri di silenzio sostituiscono gli abbracci. Non si progetta più nulla se non inconsapevoli protocolli di cure palliative. Nella casa degli amori sfiniti tutto è grigio, tranne le fotografie che, dalle cornici, si ostinano a narrare momenti che viene da dubitare possano essere esistiti per davvero.

La comunicazione non verbale è un invisibile e tossico pulviscolo che toglie il respiro e costringe ad uscire senza meta all’aria aperta. In questa atmosfera plumbea, in questo acquario nato dall’amore, nuotano in cerca di risposte e rassicurazioni i figli: vittime innocenti, pervasi fino all’inverosimile dalla speranza che quei due disperati si ritrovino o smettano di farsi del male. Costantemente immersi in una guerra emotiva quotidiana che non hanno scelto e dalla quale cercano vie di fuga. Spesso invischiati in un lacerante duello interiore allorquando manifestare l’amore per uno dei genitori assume l’aspetto di un tradimento per l’altro. Nessuno dovrebbe mai essere costretto a scegliere tra l’amore per la mamma o per il papà, eppure accade. Nessuno dovrebbe diventare il genitore dei suoi genitori, eppure accade. Scrive Anaïs Nin: «Per un essere umano, la guerra tra genitori è altrettanto devastante delle grandi guerre mondiali. L’essere umano è ugualmente dilaniato, come colpito da una granata». Il benessere dei figli dovrebbe venire prima di ogni altro interesse.

È stata stilata una carta dei diritti dei figli nelle separazioni. L’ha redatta l’Autorità Garante per l'infanzia e l’adolescenza. Un Vademecum in dieci punti che i genitori dovrebbero tenere in tasca e recitare come una preghiera se non fosse che, loro per primi, sono fragili cristalli che vanno a pezzi ogni volta che camminano dandosi le spalle. Una recentissima sentenza del CNF ha ricordato agli avvocati che si occupano di diritto di famiglia che «il legale incaricato da uno dei genitori ha il dovere di svolgere un ruolo protettivo del minore, laddove presente, arginando il conflitto anziché alimentarlo». Piccole pietre miliari che illuminano un cammino complicato, ma non impossibile.

Tempo fa avevo immaginato l’esistenza di un fantomatico albergo/rifugio, immerso nella natura, dedicato all’accoglienza delle vittime dell’amore. Un rifugio temporaneo, dove ritrovarsi mentre si elabora il lutto di quando ci si risveglia soli. Una casa rifugio per persone e famiglie in decomposizione e ricomposizione. Di quella casa ho realizzato solo una stanza. L’ho arredata con i colori della natura, ci ho messo due comode poltrone, una cornice vuota dove si avvicendano le foto dei volti sorridenti dei ragazzi e bambini, per amore dei quali i loro genitori lavorano e ricominciano a parlarsi alla ricerca di soluzioni meno dolorose. Una stanza dove si piange e si ride, si soffre e si ricorda ma, soprattutto, dove si creano ponti, mattone dopo mattone, con il cuore, di genitori, in mano. Si può solo andare avanti nella vita, siamo co-creatori della realtà, per questo possiamo decidere come procedere ma, soprattutto, quale finale desideriamo realizzare.

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