La spalla dell’ortolano

Malanni che infastidiscono ma inorgogliscono
Il giardinaggio è anche lavoro di fatica
Il giardinaggio è anche lavoro di fatica
AA

Il mio primo incontro amoroso con il giardinaggio risale a quando frequentavo le medie, forse ero in prima, ma non ne ho certezza. Ricordo che un pomeriggio, mentre stavo guardando Goldrake con i mie fratelli, il mio sguardo si è posato su mia mamma che in giardino stava amorevolmente potando le rose del vialetto togliendo i fiori secchi, operazione fondamentale per favorire la comparsa di nuovi, promettenti, boccioli. Fu una folgorazione, chiesi alla mia genitrice di potermi occupare del roseto; zappetta oggi, zappetta domani nel giro di qualche mese finii per occuparmi di tutto il giardino.

E così, nelle calde giornate estive, mentre i miei amici si ritrovavano per giocare a calcio, io ero impegnato ad annaffiare le ortensie. A quel tempo avevamo anche varie piante da frutto, i raccolti di amarene e albicocche erano particolarmente generosi; mi avventuravo impavidamente tra i rami per riempire le ceste. Fortunatamente non mi sono mai fatto male, diversamente dai miei compagni che praticavano sport. Anche se devo ammettere che provavo una certa invidia quando li vedevo arrivare con un arto ingessato, loro lo esibivano come un trofeo di eroicità su cui apporre firme e financo cuoricini. Ma il tempo sa essere galantuomo.

Nei giorni scorsi, causa dolori alla spalla, mi sono recato da un medico per una ecografia. Ha l’hobby del giardinaggio? Mi ha subito domandato. Certo, ho detto con una vampata di orgoglio, coltivo anche l’orto. Si vedono i segni di un impegno costante, ha sottolineato. Che meraviglia. Che riconoscimento. Devo essere ingessato? Ho chiesto trepidante. Ma no, basta qualche esercizio, ha concluso. Peccato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato