Alla vana ricerca della contr’aria in questa ondata di calore

Tra mitologia e (pochissima) realtà, questo clima è una prova personale
Un ventilatore
Un ventilatore
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Quando a ottobre si è rotto il motore esterno dei miei condizionatori (che usavo in pompa di calore), quando mio fratello idraulico mi ha detto, con estrema sicurezza, stai tranquillo che da qui all’estate lo riparo sicuramente. Ecco, in quel momento la mia mente ha viaggiato nel futuro fino a questi giorni, ed esattamente in quel momento una goccia di sudore mi ha rigato la fronte, inequivocabile preannuncio di ciò che sarebbe accaduto.

Sto affrontando questa prima ondata di calore come le povere verdure della mia ortaglia, anche loro come me bevono molta acqua, sono spossate nelle ore più calde e sperano di riprendersi durante la notte. Ma è più facile per loro. La zona notte di casa mia è mansardata, si raggiungono temperature che mi accaldano solo a pensarle.

Ho deciso di utilizzare questo periodo come una prova personale, non per sancire che si stava meglio quando si stava peggio, ma (quando i condizionatori torneranno attivi) per sentenziare che si sta molto meglio oggi che si sta meglio. Mi è capitato di guardare la televisione con i piedi in un catino di acqua gelida facendomi spugnature rinfrescanti con la medesima acqua. Quando poi calano le tenebre salgo, ho aperto tutte le finestrelle nella speranza che una figura mitologica prenda corpo: la contr’aria. Dilaga soprattutto nelle case di quelli che ti dicono ah, io i condizionatori non li ho, da me non fa caldo. E guai a ipotizzare che la scelta celi tirchiaggine, da me c’è sempre la contr’aria, ribattono. Ecco, da me non c’è.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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