Italia e Estero

Una scuola pubblica per «l’alta borghesia» e una per i poveri

Riprovazione diffusa per l’annuncio (poi tolto) sul sito di un istituto comprensivo romano
L'istituto comprensivo Via Trionfale, a Roma - Foto Ansa/Claudio Peri © www.giornaledibrescia.it
L'istituto comprensivo Via Trionfale, a Roma - Foto Ansa/Claudio Peri © www.giornaledibrescia.it
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In un plesso dell’istituto studiano i ragazzi «dell’alta borghesia» assieme ai figli «di colf e badanti che lavorano per le loro famiglie», mentre nella sede che si trova «nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario» siedono tra i banchi alunni di «estrazione sociale medio-bassa».

Finisce nella bufera l’Istituto comprensivo di via Trionfale di Roma per il testo di presentazione della scuola pubblicato sul proprio sito, un testo che tra le informazioni logistico-didattiche fornisce anche un presunto spaccato sociologico che finisce per essere classista descrivendo, attraverso l’estrazione sociale, la ripartizione degli studenti nelle varie sedi scolastiche. Una bufera che spinge la dirigenza dell’istituto a eliminare dalla pagina web il passaggio incriminato. Poi il Consiglio di istituto precisa che si trattava di «una mera descrizione socioeconomica del territorio secondo le indicazioni del Miur» e che non c’era alcun intento discriminatorio.

Ma intanto le parole, poi cancellate, che campeggiavano sul sito web della scuola dal 2011 infiammano la polemica, sulla scorta di quanto accaduto pochi mesi con il liceo Arnaldo, a Brescia, presentato come un istituto per ricchi, con pochi stranieri.

Sul caso romano è però intervenuta la ministra Lucia Azzolina ricordando che «la scuola dovrebbe sempre operare per favorire l’inclusione: descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso, mi auguro che l’istituto romano possa dare motivate ragioni di questa scelta. Che comunque non condivido». Contro l’Istituto romano tuona anche l’Associazione dei presidi. «La scuola è un luogo educativo ed inclusivo, no a forme di categorizzazioni superficiali e inutili» ha sottolineato Mario Rusconi, presidente dell’Anp-Lazio. Nel tardo pomeriggio il passo bersagliato da critiche, molte anche via social, è stato appunto rimosso.

 

 

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