Italia e Estero

Ucraina, istituzioni bresciane unite sull'accoglienza

Il presidente della Provincia Alghisi: «Al lavoro per costituire un tavolo». Le regole per chi arriva e per chi offre ospitalità
INDICAZIONI SULL'ACCOGLIENZA
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«Dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza». Samuele Alghisi, presidente della Provincia di Brescia, non intende perdere tempo: «Siamo al lavoro per costituire un tavolo che gestisca un’eventuale emergenza abitativa e supporti le iniziative di accoglienza. Un tavolo stabile con istituzioni e altre realtà che abbia una funzione di coordinamento. Questa è la direzione verso la quale ci stiamo muovendo in attesa di un intervento da parte dello Stato».

Il vertice 

Ieri mattina Alghisi ha incontrato i referenti del Coordinamento dei progetti Sai (Sistema di accoglienza e integrazione del Ministero dell’Interno): sono all’opera per concordare quale supporto sia possibile offrire alle istituzioni per facilitare l’attivazione di quanto è necessario per accogliere le persone e le famiglie in fuga dalla guerra in Ucraina, in stretta collaborazione con Questura, Prefettura e l’Associazione comuni bresciani (Acb). Dal vertice è partito un appello verso le Amministrazioni locali affinché aderiscano al più presto al Sai (per informazioni possono scrivere a coord.sprarbresciani@gmail.com).

Ad oggi, come spiega Maddalena Alberti, direttore dell’Adl Zavidovici che gestisce, appunto, progetti Sai, «la rete è composta da 31 Comuni, una Comunità montana e la Provincia. E sono attivi dodici progetti. È importante che altri Municipi si facciano avanti presto, così qualora venisse pubblicato un decreto di finanziamento da parte dello Stato potremo subito candidarci e avviare la ricerca degli alloggi messi a disposizione da privati o enti pubblici». In questa fase «le persone che stanno arrivando dall’Ucraina nel Bresciano hanno già una sistemazione da parenti - spiega -. In futuro non sarà così: dobbiamo essere pronti all’accoglienza con progetti ad hoc per donne e minori».

Come funziona il Sai

La rete Sai, ricordiamo, garantisce interventi di accoglienza integrata che, oltre ad assicurare servizi di vitto e alloggio, prevedono in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Una delle caratteristiche di questo sistema è il carattere pubblico delle risorse messe a disposizione e degli enti politicamente responsabili dell’accoglienza. Niente visto. Il vertice di ieri è stato utile anche per comunicare alcune regole utili già in questa fase.

Come il fatto che i cittadini e le cittadine di nazionalità ucraina possano entrare in Italia senza bisogno di disporre del visto e possano permanere nel nostro territorio per novanta giorni nei quali devono, quanto prima, depositare la richiesta di asilo alla Questura di Brescia. Coloro che li ospitano devono presentare la comunicazione di ospitalità entro 48 ore all’autorità di pubblica sicurezza del Comune di riferimento (nel caso si tratti di Brescia la comunicazione va fatta alla Questura con Pec o raccomandata).

La comunicazione è sempre dovuta, indipendentemente dalla durata dell’ospitalità o dal fatto che si tratti di parenti. Infine i minori in obbligo scolastico possono essere iscritti a scuola anche se non sono in possesso di documenti.

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