Italia e Estero

Speranza: «Servono 68 miliardi per una sanità più forte»

«Quelle sono le risorse che consideriamo giuste per il nostro Piano, che ovviamente sono da spendere in più anni» spiega
Sanità - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Sanità - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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L'Italia «deve usare questo passaggio drammatico della pandemia per trasformare la crisi del Covid in una grande opportunità. La possibilità di una grande riforma sistemica che segni la ripartenza del nostro Servizio sanitario nazionale che è la cosa più preziosa che abbiamo». Lo dice in un'intervista sul Sole 24 Ore il ministro della Salute Roberto Speranza. Per lui la dote «ottimale» per costruire un Servizio sanitario nazionale più forte dopo le ferite inferte dal Covid resta quella proposta mesi fa al Parlamento: 68 miliardi.

«Quelle sono le risorse che consideriamo giuste per il nostro Piano, che ovviamente sono da spendere in più anni» spiega. Una riforma «che rimetta al centro la sfida del territorio, che riorganizzi la nostra rete ospedaliera» e si affronti la grande questione della Sanità digitale. Per finanziare il piano, secondo Speranza si deve attingere a «tutti i canali attivabili, quelli europei sicuramente e quelli nazionali».

Compreso il Mes? «Per me da dovunque vengano sono benvenuti» risponde, all'Healthcare Summit del Sole 24 ore, evento con 2.300 iscritti, aperto dal direttore del giornale, Fabio Tamburini. Venendo alle misure nel nuovo Dpcm «dobbiamo evitare che le prossime settimane in modo particolare i giorni del Natale che rappresentano un momento in cui si riprendono tante relazioni inneschi una risalita dei contagi». Da gennaio «dobbiamo cominciare una campagna vaccinale contro il Covid imponente e senza precedenti. È lì che dobbiamo concentrare le nostre energie». Se l'Ema «ci darà massima sicurezza sui controlli fatti e sull'esito della sperimentazione, il cuore delle vaccinazioni potrebbe avvenire già tra la primavera inoltrata e l'estate. Abbiamo un piano, con delle scansioni temporali».

L'Rt sta scendendo ma «se pensiamo però che un primo raggio di sole significhi una vittoria definitiva rischiamo di metterci in difficoltà, per questo siamo costretti a chiedere qualche altro sacrificio». Basta poco «per ripiombare in situazioni pericolose».

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