Italia e Estero

Sea Watch: multa e confisca, cosa prevede il dl sicurezza

Il capitano della Sea Watch 3, ferma in mare da 14 giorni con 42 migranti a bordo, ha deciso di entrare nel porto di Lampedusa, nonostante l'alt
  • L'ingresso della  Sea Watch nelle acque italiane
    L'ingresso della Sea Watch nelle acque italiane
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    L'ingresso della Sea Watch nelle acque italiane
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Il capitano della Sea Watch 3, la nave ferma in mare da 14 giorni con 42 migranti a bordo, ha deciso di entrare nel porto di Lampedusa, nonostante il no del governo. «So cosa rischio - ha spiegato Carola Rackete, 31enne nata in Germania a capo della Sea Watch 3, Ong tedesca - ma i naufraghi sono allo stremo».

Immediata la replica di Salvini: «Io non concedo nessuna autorizzazione, Germania e Olanda ne risponderanno». La motovedetta della Gdf partita da Lampedusa ha intimato l'alt alla nave, che però non si è fermata e ora è davanti al porto di Lampedusa. L'attracco è previsto in serata.
L'unico approdo possibile, viste le dimensioni dell'imbarcazione, è il molo commerciale. Non è escluso, però, che i 42 migranti a bordo vengano prima trasferiti sulle motovedette della Capitaneria e portati a terra.

L'ingresso della Sea Watch nelle acque italiane fa scattare per la prima volta contro una ong le misure contenute nel decreto sicurezza bis fortemente voluto dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, proprio per contrastare in modo più efficace l'attività delle navi umanitarie.

Sono i primi due articoli, in particolare, ad introdurre alcune novità. Il primo assegna al ministero dell'Interno il potere di «limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica» oppure quando si concretizzano le condizioni previste dalla Convenzione Onu sul diritto del mare riguardo al «passaggio non inoffensivo» di una nave perchè fa «il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero».

Nel caso della Sea Watch, l'alt all'ingresso nelle acque italiane è stato intimato da una motovedetta della Guardia di finanza. Se il divieto di ingresso non viene rispettato - come oggi per la Sea Watch - scatta l'articolo 2 del dl che applica al comandante e, «ove possibile, all'armatore e al proprietario della nave», la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 10.000 a 50.000 euro. In caso di reiterazione commessa con la stessa nave, si applica anche «la sanzione accessoria della confisca della nave, procedendo immediatamente a sequestro cautelare». All'irrogazione delle sanzioni, «accertate dagli organi addetti al controllo, provvede il prefetto territorialmente competente». Cioè quello di Agrigento per la Sea Watch.

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