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Scuola, obiettivo tutti in aula: verso obbligo vaccino per i prof

Speranza: «Vogliamo far tornare tutti in presenza». I dubbi di presidi e sindacati
Una classe del Tartaglia Olivieri di Brescia: studenti a lezione con la mascherina - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Una classe del Tartaglia Olivieri di Brescia: studenti a lezione con la mascherina - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Prima la scuola, poi il lavoro, infine i trasporti. Dopo aver approvato il decreto che rende obbligatorio il green pass per una serie di attività e servizi non essenziali, il governo detta le priorità per le prossime settimane, con l’obiettivo di definire le misure prima della pausa estiva e renderle operative per la fine di agosto. La prossima settimana sarà dunque quella decisiva, anche se non è escluso che già entro la fine di questa almeno il dossier scuola arrivi sul tavolo del governo.

I tecnici dei vari ministeri hanno cominciato a ragionare sugli interventi in base alle priorità indicate da Draghi, che dovrebbe tenere una conferenza stampa proprio per illustrare i nuovi provvedimenti il 5 o il 6 agosto. Al primo posto c’è la scuola e nelle prossime ore sono in programma due incontri: uno tra i sindacati e i tecnici della struttura commissariale e l’altro tra organizzazioni e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. L’obiettivo primario è ridurre sensibilmente il numero dei prof e del personale non docente che non è ancora vaccinato, ad oggi 222mila persone. Nel caso in cui questo zoccolo duro non si sarà assottigliato per il 20 agosto, data entro la quale le Regioni devono fornire al commissario Figliuolo la fotografia reale della situazione, è molto probabile che venga introdotto l’obbligo vaccinale. Ad eccezione di Salvini, nella maggioranza c’è un sostanziale via libera, i presidi hanno già fatto capire di esser loro d’accordo e i sindacati non sarebbero contrari, a patto di avere prima «dati precisi sull’attuale copertura vaccinale dei prof».

I problemi non mancano, come dimostra l’ennesima richiesta dell’Associazione dei presidi a Bianchi: «Prima devono esser fatte le misure tecniche e le scelte politiche e poi discuteremo del Protocollo di sicurezza» in vista della ripartenza a settembre. In una lettera indirizzata al ministro i dirigenti scolastici chiedono «indicazioni chiare sull’obbligo vaccinale del personale scolastico e sul distanziamento».

E in vista dell’incontro delle prossime ore al ministero, sono ancora tante le questioni sul tavolo: dalla quarantena all’utilizzo delle mascherine, fino alla necessità di presìdi negli istituti per lo screening della popolazione scolastica, nuove assunzioni di migliaia di «docenti Covid» per ridurre le classi e orari scaglionati delle lezioni, che presuppongono il potenziamento del Tpl.

«Dobbiamo portare tutti in presenza, non possiamo permetterci un altro anno come quello che abbiamo passato» ha ribadito Figliuolo fissando come obiettivo il 60% dei giovanissimi tra i 12 e i 18 anni vaccinati entro la prima decade di settembre. Su questo fonte, il Comitato tecnico scientifico è stato molto chiaro nel verbale del 12 luglio. Primo, dicono gli scienziati del governo, è «assolutamente prioritario» evitare la Dad e riportare i ragazzi a scuola. Secondo, i vaccini sono fondamentali e quindi bisogna «promuovere la vaccinazione nella scuola».

Non solo: il Cts non parla in modo esplicito di obbligo ma rivolge una «forte raccomandazione» alla politica «affinché sia fatto ogni sforzo per raggiungere un’elevata copertura vaccinale» anche «attraverso l’individuazione delle ulteriori misure, anche legislative». Nel caso in cui fosse «giuridicamente percorribile», va ipotizzata la possibilità dell’obbligo del Green pass per il personale della scuola. Quanto al distanziamento, il Cts raccomanda che sia mantenuto ma apre alla possibilità che salti.

 

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