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Papa Francesco: «Dimettermi? Mai passato per la testa»

Lo afferma il pontefice nell'intervista alla radio spagnola Cope. «Ogni volta che un Papa è malato, c'è una brezza o un uragano di Conclave»
Papa Francesco durante l'Angelus dal balcone dell'ospedale Gemelli, luglio 2021 - Foto © www.giornaledibrescia.it
Papa Francesco durante l'Angelus dal balcone dell'ospedale Gemelli, luglio 2021 - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Una parola può essere interpretata in un modo o nell'altro, no? Sono cose che succedono. E che ne so io... Non so da dove hanno preso la settimana scorsa che stavo per presentare le mie dimissioni! Che parola hanno preso nel mio paese? È lì che è uscita la notizia. E dicono che ha fatto scalpore, quando non mi è nemmeno passato per la testa. Di fronte a interpretazioni che nascono un po' distorte di qualche mia parola, taccio, perché chiarire è peggio». Lo afferma Papa Francesco nell'intervista alla radio cattolica spagnola Cope.

Il Papa racconta dettagliatamente nella lunga intervista, trasmessa stamane nella sua versione integrale, la vicenda dell'infermiere che gli ha «salvato la vita», già anticipata da Cope sinteticamente nei giorni scorsi. «Queste cose che nascono dai diverticoli... e che ne so... da quelle parti si deformano, necrotizzano... ma grazie a Dio è stata presa in tempo, e mi vedi», spiega Francesco a proposito della sua operazione al colon del 4 luglio scorso, dopo aver risposto scherzando «sono ancora vivo».

E sull'azione di un infermiere prosegue: «Mi ha salvato la vita! Mi ha detto: "Deve operarsi". C'erano altri pareri: "No, ma quali antibiotici...", e me lo ha spiegato molto bene. È un infermiere di qui, del nostro servizio sanitario, dell'ospedale del Vaticano. È qui da trent'anni, un uomo di grande esperienza. È la seconda volta nella mia vita che un infermiere mi salva la vita». «La prima volta fu nell'anno '57, quando pensavano che fosse un'influenza, una di quelle epidemie di influenza in seminario, e l'infermiere del seminario mi curava con l'aspirina - racconta Francesco -. E per gli altri andava bene, ma con me non funzionava e mi portarono in ospedale, e mi tolsero acqua dal polmone. Il dottore disse, non ricordo quanto, diciamo un milione di unità di penicillina e tante di streptomicina - erano gli unici antibiotici dell'epoca - e, quando se ne andò, l'infermiera disse: "Il doppio"». E questo la salvò? «Sì, perché altrimenti non sarei qui...».

Sempre a proposito del suo intervento chirurgico al colon, il Papa conferma che «era tutto programmato ed è stato reso noto? Dopo l'Angelus sono andato direttamente, sarà stata quasi l'una, ed è stato comunicato alle 15.30, quando ero già nei preliminari». «Adesso posso mangiare di tutto, cosa che prima con i diverticoli non si poteva - spiega ancora -. Ho ancora le medicine postoperatorie, perché il cervello deve registrare che ha 33 centimetri in meno di intestino. E tutto è gestito dal mio cervello, il cervello gestisce tutto il nostro corpo e ci vuole tempo per registrarlo. Però vita normale, conduco una vita totalmente normale».

E per dire che cammina, si sforza: «Oggi tutta la mattina in udienze, tutta la mattina». Inoltre, a proposito dell'insistenza dei media sulle sue possibili dimissioni, risponde: «Sì, mi hanno anche detto che la settimana scorsa andava di moda. Me l'ha detto Eva (Fernandez, la corrispondente in Vaticano di Radio Cope, ndr), me l'ha detto anche con un'espressione argentina molto simpatica, e io le ho detto che non ne avevo idea perché leggo solo un giornale qui la mattina, il giornale di Roma. Lo leggo perché mi piace il modo di titolare che ha, lo leggo velocemente e punto, non entro nel gioco. Non guardo la televisione. E ricevo, sì, il resoconto più o meno delle notizie del giorno, ma di quello ho saputo molto dopo, qualche giorno dopo, che c'era una cosa sul fatto che io rinunciavo. Ogni volta che un Papa è malato, c'è una brezza o un uragano di Conclave (ride)».

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