Italia e Estero

Omicron sfugge ai tamponi rapidi: «Falso un risultato su due»

Lo afferma Guido Rasi, già direttore Agenzia europea del farmaco e consulente di Figliuolo
Secondo gli esperti i test antigenici sono poco affidabili per rilevare la Omicron - Foto © www.giornaledibrescia.it
Secondo gli esperti i test antigenici sono poco affidabili per rilevare la Omicron - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Omicron sfugge ai tamponi rapidi che rischiano di diventare inutili. Quasi 1 su 2 è infatti un falso negativo». Lo afferma Guido Rasi, già direttore dell’Agenzia europea per i medicinali, attualmente consulente del commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. «Con la variante Omicron destinata a diventare predominante - dichiara - i tamponi antigenici rapidi rischiano di diventare inutili. La nuova versione del virus Sars-CoV-2 sembra in grado di sfuggire con maggior frequenza ai test diagnostici oggi più utilizzati». E aggiunge: «Ora più che mai è fondamentale che gli operatori sanitari continuino a tenersi aggiornati sull’evoluzione del virus e sulle conoscenze sia in campo diagnostico sia terapeutico».

Che i tamponi antigenici rapidi siano poco sensibili e quindi poco attendibili nel rilevare la positività alla variante Omicron lo ha anche sottolineato la Food and drug administration (Fda). «Dati preliminari indicano che circa il 40% delle persone positive alla variante Omicron può risultare negativo ai test rapidi, quasi 1 su 2», spiega Rasi secondo cui la «perdita» di affidabilità dei test antigenici rapidi potrebbe rendere «più complicato e difficile» contenere la pandemia.

«Spero siano presto disponibili test rapidi aggiornati ed attendibili per la Omicron - sottolinea - ma nel frattempo è necessario alzare la guardia. In questo contesto, il ruolo degli operatori sanitari sarà ancora più centrale nella valutazione dei pazienti». Ancora: «Gli oltre 200mila contagi di ieri (oltre cinquemila solo nel Bresciano e quasi 37mila in Lombardia, ndr) sono destinati a salire ancora e ampiamente sottostimati per la bassa resa dei test antigenici rapidi, che erano stati fatti per altri tipi di varianti e che con Omicron mostrano tutta la loro debolezza».

Per Rasi, per tracciare l’attuale diffusione della variante «l’unica soluzione per ora è il tampone molecolare e non è stato fatto un piano di potenziamento dei laboratori come ci si sarebbe aspettati». In merito alla Omicron, nuovi dati spiegano la sua grande capacità di trasmettersi, che ovunque sta facendo impennare la curva dell’epidemia di Covid-19 e nello stesso tempo indicano che non è in grado di provocare una malattia grave. Un altro elemento è che le sue mutazioni non sono presenti solo nella proteina Spike con la quale il virus cattura le cellule umane, ma nel suo cuore molecolare, ossia nel nucleocapside che contiene il materiale genetico del virus. Due ricerche, entrambe in attesa di revisione della comunità scientifica, condotte dal consorzio giapponese Genotype to Phenotype e dall’Università di Cambridge indicano che «una maggiore trasmissibilità non significa necessariamente maggiore infezione».

Molto probabile che la Omicron stia trovando la sua nicchia ecologica e stia progressivamente sostituendo la Delta, In Italia abbiamo ancora circa il 60% di casi di Covid da Delta e il 40% circa Omicron. In queste percentuali, combinate con quelle sulla copertura vaccinale, si devono cercare le cause dell’aumento dei ricoveri.

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