Italia e Estero

Milano abbraccia Carla Fracci: «Per lei un tram bianco»

Lo ha chiesto il sindaco Beppe Sala. Ieri folla alla camera ardente dell'etoille, oggi l'addio
  • Carla Fracci, lunghe code alla camera ardente
    Carla Fracci, lunghe code alla camera ardente
  • Carla Fracci, lunghe code alla camera ardente
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    Carla Fracci, lunghe code alla camera ardente
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    Carla Fracci, lunghe code alla camera ardente
  • Carla Fracci, lunghe code alla camera ardente
    Carla Fracci, lunghe code alla camera ardente
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    Carla Fracci, lunghe code alla camera ardente
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    Carla Fracci, lunghe code alla camera ardente
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Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha chiesto ad Atm, l'azienda che gestisce il trasporto pubblico cittadino, di dedicare a Carla Fracci un tram della linea 1, quella che conduceva il padre tranviere della stella della danza, scomparsa a 84 anni, e che transita davanti al teatro alla Scala. «Ciao Carla, oggi pomeriggio tutta Milano ti saluterà. Ho chiesto ad Atm di dedicarti un tram della linea 1, - ha scritto Sala sulle sue pagine social, postando una foto insieme a Carla Fracci - quella che passa davanti alla Scala; sarà un tram tutto bianco, con il tuo nome scritto in modo discreto. Penso sia un modo molto milanese di ricordarti, sobrio e che ribadisce i nostri valori e le nostre qualità. Valori e qualità che tu, orgogliosa figlia di un tranviere, hai portato nel mondo. Grazie a nome di tutte le milanesi e di tutti i milanesi».

La sua ultima uscita di scena ha avuto lo stesso calore e la stessa l'emozione di quando salutava il pubblico, trionfante dopo uno spettacolo. Cinque minuti di applausi, certo molto pochi rispetto a quelli che riceva quando era una delle etoile più famose del mondo, hanno accolto in piazza della Scala il feretro di Carla Fracci alla chiusura della camera ardente allestita per tutto il pomeriggio nel foyer del teatro.

Lei avrebbe ringraziato con ripetuti inchini e baci al pubblico. È stato il marito, Beppe Menegatti, con cui ha condiviso 57 anni di vita coniugale e professionale, a farlo per lei, gridando alla folla più volte «grazie, grazie». Per tutto il pomeriggio è stato continuo il tributo alla grande danzatrice. Un saluto per il quale il teatro milanese ha aperto il suo foyer per la camera ardente, privilegio finora riconosciuto solo a pochissimi. «Lei sarebbe, anzi sono certo che è - ha detto con le lacrime agli occhi il figlio Francesco, indicando il cielo - commossa da questo tributo colossale, immenso che la Scala, il Teatro, ma il teatro in senso esteso, sta facendo a mia mamma».

Il figlio, come il padre e gli altri familiari, non si è mosso per tutto il giorno dalla camera ardente, accettando con gentilezza le condoglianze dei milanesi, dei giovani allievi della Scuola di ballo, di tanti ammiratori sconosciuti e soprattutto delle maestranze della Scala, vecchie e nuove. Sono soprattutto loro, la parte operaia del teatro, come l'ha definita il figlio Francesco Menegatti, che hanno reso l'omaggio più commosso davanti alla bara coperta e circondata da corone e mazzi di fiori esclusivamente bianchi, il suo colore preferito.

«Mia madre ha sempre dato tutto al teatro, è sempre stata solidale, unita in modo indissolubile - ha raccontato il figlio - soprattutto con le maestranze, la parte più nascosta del
teatro, quella silente, la parte operaia, quella che fa andare in scena gli spettacoli e questo amore era reciproco, contraccambiato». Lo testimoniano il mazzo di fiori a firma «Gli elettricisti della Scalà, i messaggi lasciati sul libro delle firme, i macchinisti, i ricordi di Maurizia, ex parrucchiera della Scala e di una giovane Fracci.

Per le 17.30 la camera ardente doveva essere chiusa, ma la fila all'esterno era ancora così lunga che si è deciso di tenere aperto per un'altra decina di minuti. Ma in centinaia sono rimasti fuori lo stesso e hanno atteso l'uscita del feretro per l'ultimo applauso a Carla davanti al suo teatro.

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