Italia e Estero

Lombardia in pressing per l’arancione, il Governo frena

La richiesta di Fontana è di allentare da domani. Oggi vertice con i ministri che pensano al 3 dicembre
Bar in zona rossa - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Bar in zona rossa - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
AA

A poco meno di un mese esatto dal Natale, la Lombardia mette sotto l’albero una richiesta indirizzata direttamente al ministro della Salute, Roberto Speranza. Specie perché il desiderio in cui i lombardi (commercianti in primis) sperano - e che ormai da giorni acclamano a gran voce - sulla carta potrebbe esaudirsi «in automatico» già da domani. Ma solo e unicamente a una condizione: il «sì nazionale».

L’unico verdetto che potrà realmente allentare le «misure rosse» in vigore scandendo così il debutto delle - seppur parziali - libertà alle quali la riclassificazione della Lombardia in zona arancione aprirebbe le porte. Come è noto, la decisione è infatti tutta nelle mani del titolare del dicastero della Salute, che potrà decidere di vergare l’ordinanza agognata. Un passo che, tuttavia, a 24 ore dal vertice decisivo, stando a fonti interne al Ministero e al Governo, non sembrerebbe essere così scontato.

Le posizioni. Del resto, un’avvisaglia del fatto che l’orientamento originario, a Roma, fosse quello di traghettare il «regime ferreo» al quale è sottoposta la Lombardia (battezzata sin dal principio come l’epicentro anche di questa seconda ondata di Coronavirus) fino a dicembre si era palesata con la firma dell’ultima ordinanza «di revisione» delle zone. Proprio in quell’occasione, il ministro ha prorogato le misure di massima allerta nella nostra regione fino al 3 dicembre. E sarebbe esattamente quella la data alla quale a livello nazionale si starebbe guardando.

Questo almeno per due ragioni. La prima sfodera ancora il principio della cautela massima, per evitare di trovarsi sul finire di dicembre a dover richiudere tutto. Tanto più - e questa è la seconda ragione - che il Dpcm che stabilirà la composizione di quello che in queste settimane è diventato il «nuovo tricolore d’Italia» dovrà entrare in vigore di lì a sei giorni, ovvero dal 4 dicembre. In 48 ore. D’altro canto, però - e questa è l’unica, ma affatto irrilevante, freccia all’arco di Palazzo Lombardia - i principali indicatori sono positivi e stabili. Tradotto: sulla carta la nostra regione è già da livello arancione dal 13 novembre. Un andamento che, oltre a consolidarsi è anche migliorato: negli ultimi giorni la coreografia dei dati porterebbe addirittura a tingere il territorio di giallo. Per farlo però, lo ricordiamo, servono comunque le due settimane di rito, senza contare che il governatore Attilio Fontana - su questo fronte - ha già chiarito: «Non voglio precorrere i tempi». Un salto che fa tirare un sospiro di sollievo, sul fronte sanitario, reso possibile anche dall’avvio tempestivo di misure rigorose messe in campo attraverso l’ordinanza lombarda pre Dpcm. La Lombardia potrebbe essere insomma - sempre sulla carta e sempre guardando ai parametri presi in esame dall’Istituto superiore di sanità - la prima regione dello Stivale a svestirsi dal rosso per indossare l’abito giallo. Ad essere decisivo, ad ogni modo, sarà lo storytelling di queste 48 ore. Alle 16 di questo pomeriggio si consumerà l’incontro tra i vertici regionali e i ministri Speranza e Francesco Boccia (Affari regionali e autonomie): sarà l’ultima prova generale di un confronto che scriverà il suo finale entro le 24 ore successive. Proprio domani infatti - come è noto - si riunirà la Cabina di regia nazionale e il Comitato tecnico scientifico scandaglierà il dossier degli indicatori. A quel punto non ci potranno più essere dubbi e il ministro, di fronte al bivio, dovrà firmare la sua ordinanza e scegliere necessariamente quale strada imboccare. Se quella della bussola scientifica (che decreterebbe la zona arancione d’ufficio) o quella del rigore estremo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato