Italia e Estero

Lega, candidabili anche i regionali ma Fontana e Moratti sono ai ferri corti

Liste da definire, i papabili per Roma sono Terzi e Guidesi mentre Caparini e Rolfi presidiano la Lombardia
Il presidente Attilio Fontana e la vice Letizia Moratti - © www.giornaledibrescia.it
Il presidente Attilio Fontana e la vice Letizia Moratti - © www.giornaledibrescia.it
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Il «pres» - come tutti lo chiamano - ha un suo stile inconfondibile: pur se acciliato, non si scompone mai, resta serafico, con un self control che a volte è capace di lasciare tutti di stucco. Lo dice lui stesso, scherzandoci su: «Non rimango mai male per nulla, tranne quando perde il Milan: quello non mi fa addormentare».

Ed è proprio lo stile pacato con cui ha tirato la stoccata alla sua vice, Letizia Moratti (che anche ieri ha ribadito apertis verbis di essere «in campo per la corsa da governatore in Lombardia»), a dare alla frecciata ancora più forza. Di fronte all’ennesima critica sulla responsabilità di Lega e Forza Italia per la caduta del Governo, «il pres» le risponde così: «Se si sente a disagio, ci sono tante opportunità».

La candidatura di Moratti da outsider è diventato a tutti gli effetti «il problema Moratti». Non perché sia in discussione la candidatura bis di Fontana (anzi, quella viene rimarcata convintamente dal Carroccio ad ogni occasione), ma perché l’insistenza della vice nel prendersi la scena da futura leader più di qualche fastidio lo sta provocando. Al punto che «il problema Moratti» è stato uno dei temi al centro della riunione delle 13, ieri, a Palazzo Lombardia con il coordinatore Fabrizio Cecchetti. Un vertice a cui ha partecipato, oltre al presidente, il gruppo della Lega e nel quale si è iniziata a fare una prima valutazione sulle «regole d’ingaggio» in vista delle Politiche.

Chi va e chi torna

La prima questione cristallizzata è che non si andrà al voto anticipato in Regione, almeno stando alle decisioni assunte ieri. Il secondo punto fermo è che non ci saranno veti per eventuali candidature di consiglieri e assessori oggi seduti in Lombardia. L’obiettivo è di «non svuotare» il Palazzo di competenze, anche in vista di un bis che la Lega sente di aver già prenotato con Fontana come candidato naturale, ma chi vuole fermarsi a presidiare il fortino si è in qualche modo già fatto avanti. È questo il caso, ad esempio, proprio dei due assessori bresciani: Davide Caparini, alla regia del Bilancio, e Fabio Rolfi alla guida dell’Agricoltura (anche se quest’ultimo è il nome proposto dal Carroccio per le Amministrative 2023 a Brescia). Ma a restare saranno quasi certamente anche Pietro Foroni e, con tutta probabilità anche Stefano Bolognini.

I papabili (ma, sia chiaro, «le liste non sono neppure ancora state scritte, lo scenario è del tutto aperto» confermano fonti romane) in corsa per il parlamento potrebbero essere gli assessori Claudia Maria Terzi (Trasporti) e Guido Guidesi (Attività produttive): la prima era già stata candidata la scorsa tornata, al secondo - arrivato in corsa in Lombardia - i vertici del partito riconoscono che si sarebbe subito distinto per capacità, come del resto aveva fatto a Roma, dove non è escluso che possa servire la sua competenza.

Nell’ottica di una vittoria del centrodestra alle Politiche, «i posti a disposizione sarebbero davvero tanti e la Lega non lascia mai nessuno solo o dimenticato» sottolinea qualcuno: oltre ai ministri e ai sottosegretari - che andrebbero a cascata a liberare scranni alla Camera e in Senato - ci sono poi le cariche di contorno, ma non per questo di minor peso, come i capi di gabinetto.

Per quanto riguarda i parlamentari uscenti, il discorso è il medesimo: l’on. Simona Bordonali, ad esempio, è in pole per il bis a Roma, ma se così non dovesse essere avrà quasi certamente garantito un assessorato in Lombardia. Pare aperta anche la ricandidatura del senatore Stefano Borghesi, ma di certezze in questo frangente ce ne sono ben poche, per almeno due ragioni.

La prima: Salvini farà una cernita anche basata sulle competenze, specie pensando a una squadra di governo, e si riserva di inserire una quota funzionale a temi specifici, come aveva fatto - ad esempio - per la senatrice Giulia Bongiorno.

La seconda: è fondamentale la quadra che il centrodestra raggiungerà sui collegi, così da evitare di farsi «concorrenza interna» tra alleati. In questa fase il coordinatore Cecchetti ha raccolto i desiderata, una prima ricognizione che proseguirà in chiave territoriale nelle prossime due settimane, quando incontrerà i segretari provinciali. È chiaro che se alcuni assessori saranno dirottati tra Camera e Senato, Fontana si troverà alle prese con il terzo rimpasto di Giunta. Una questione, questa, che non turba gli animi del partito, anzi: l’on. Daniele Belotti avrebbe già manifestato l’intenzione di tornare a Milano.

Frecciate a distanza

Nel frattempo il presidente e la sua vice sono ai ferri corti. E il battibecco si consuma a distanza, a suon di dichiarazioni asincrone. Lei, in diretta tv, ha ribadito quello che gli alleati avevano sperato si annacquasse col trascorrere del tempo: «Io ho dato la mia disponibilità al centrodestra e la riconfermo. Ovviamente mi aspetto un chiarimento col centrodestra: credo sia doveroso e urgente».

E a chi le chiede se il suo nome potesse essere spendibile come ministro o candidato premier, risponde: «Sono concentrata sulla mia Regione, aspetto risposte e chiarimenti dal centrodestra. Dopodiché mi sentirò libera e indipendente, come sono sempre stata, di fare autonomamente le mie scelte».

Fontana, pacatamente, la gela: «Bisogna cercare di capire un po’ di cose. Prima cosa, dove eventualmente intende candidarsi: ho letto che intende candidarsi nel centrodestra, nel centrosinistra, è intervenuto anche Letta per smentire una candidatura nel centro». E sui rapporti tra i due ha aggiunto: «Io Moratti la incontro molto spesso, parliamo di tanti problemi, ma a me non ha mai detto niente». Una riunione del centrodestra la vuole anche la Lega arrivati a questo punto. Anche perché che dietro l’insistenza della candidatura di Moratti da outsider ci sia lo zampino di FdI sta diventando un dubbio sempre più insistente.

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