Italia e Estero

La road map delle elezioni del 25 settembre: a Ferragosto momento «caldo»

Il primo passo formale mercoledì 27 luglio: il Viminale deve inviare alla Farnesina le liste aggiornate degli elettori
LA ROAD MAP DELLE ELEZIONI
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Parte questa settimana la road map degli adempimenti da svolgere in vista della tornata elettorale del 25 settembre sia per le istituzioni che per i partiti. Il primo step è fissato per mercoledì prossimo. Ecco nel dettaglio le date principale.

Scadenze

  • Entro domani, mercoledì 27 luglio, il Viminale deve inviare alla Farnesina gli elenchi degli elettori all’estero, che vengono costantemente aggiornati. La legge stabilisce infatti che devono essere inviati entro il sessantesimo giorno antecedente le votazioni.
  • Il 12, 13 e 14 agosto scandono i termini entro i quali i partiti devono depositare al Viminale i contrassegni e i simboli elettorali.
  • Il 21 e 22 agosto sono invece l’appuntamento a cui guardano con grande attenzione partiti, parlamentari uscenti ed aspiranti: sono i giorni riservati alla presentazione delle liste, il 35esimo e il 34esimo antecedente il voto. Le liste dei candidati vengono presentate negli uffici centrali elettorali costituiti presso le Corti d’Appello. Per le candidature dei collegi di Brescia l’ufficio di riferimento dovrebbe essere al tribunale di Milano come già accaduto nel 2018 .
  • Il 26 agosto è la data d’inizio ufficiale della «propaganda elettorale», il mese di campagna elettorale prima del voto, con l'affissione dei manifesti elettorali.
  • Il 25 settembre si vota: un solo giorno dalle 7 alle 23 e subito dopo iniziano le operazioni di scrutinio

Mentre il 15 ottobre è la data entro la quale deve tenersi la prima seduta del nuovo Parlamento. A stabilirlo è sempre l’articolo 61 della Costituzione, in base al quale «la prima riunione» delle Camere «ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni». Finché non sono riunite le nuove camere, prosegue l’articolo, «sono prorogati i poteri delle precedenti».

Taglia poltrone

Gli attuali collegi elettorali sono stati definiti con un decreto legislativo varato il 23 dicembre del 2020, il numero 177. Un provvedimento che si è reso necessario per ridisegnare la mappa dopo le modifiche introdotte con la legge costituzionale del 19 ottobre 2020 che ha ridotto il numero dei parlamentari da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi.

Con la nuova norma i collegi uninominali, quelli che vengono assegnati con il sistema maggioritario, sono 221 (147 alla Camera e 74 al Senato) mentre quelli plurinominali sono complessivamente 367 di cui 245 alla Camera e 122 al Senato. A questi si aggiungono i 12 collegi riservati ai deputati e ai senatori eletti all’estero (8 alla camera e 4 al senato), 600 parlamentari in tutto.

Se si fosse votato nel 2023, a scadenza naturale della legislatura, il decreto avrebbe dovuto essere modificato: entro la fine dell’anno sarà infatti «bollinato» l’ultimo censimento del 2021 e questo avrebbe comportato piccoli interventi sui collegi per aggiornarli ai nuovi dati della popolazione. Andando a votare nel 2022, però, il problema non si pone e il decreto verrà rivisto in occasione delle elezioni successive.

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