Italia e Estero

Il corteo CasaPound il 28 maggio a Roma è stato annullato

Dalla Questura arriva lo stop ufficiale con un'ordinanza che punta innanzitutto a scongiurare «ripercussioni all'ordine pubblico»
La sede di CasaPound a Roma - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
La sede di CasaPound a Roma - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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CasaPound non manifesterà a Roma sabato 28 maggio, giorno dell’anniversario della Strage di piazza della Loggia. Dalla Questura arriva lo stop ufficiale con un'ordinanza che punta innanzitutto a scongiurare «ripercussioni all'ordine pubblico». Tra i primi a segnalarne la pericolosità, sul fronte politico, erano stati gli esponenti del Pd, definendo «inammissibile» il corteo degli estremisti di destra. Ma gli autoproclamati «fascisti del terzo millennio» non arretrano e ritengono «gravissimo» il divieto. «Non possiamo certo fare passi indietro - annunciano su Twitter -. Spostiamo quindi l'appuntamento di sabato sotto la nostra sede di via Napoleone III».

Le motivazioni

Sono diverse le motivazioni che hanno portato a fermare l'iniziativa annunciata qualche giorno fa, quando uno dei leader, Luca Marsella, aveva chiesto di manifestare contro il governo Draghi in un sit-in all'Esquilino, in piazza Santa Maria Maggiore, nello stesso quartiere dove è già prevista (in piazza dell'Esquilino) una manifestazione dell'Anpi contro le vittime del terrorismo neofascista e per lo scioglimento delle organizzazioni stesse: «sabato prossimo, 28 maggio, cade infatti la ricorrenza della strage di matrice neofascista di Brescia.

In quest'ultima manifestazione potrebbero confluire numerose altre persone appartenenti a realtà della sinistra radicale, fra le quali centri sociali», spiega la Questura. Da qui le inevitabili considerazioni su «due manifestazioni così fortemente contrapposte»: secondo l'ordinanza, «gruppi di diverse fazioni» potrebbero decidere di «mettere in atto estemporanee contro-iniziative causando ripercussioni all'ordine pubblico» e quindi il rischio di «forti tensioni e scontri».

Non è l'unico elemento che ha portato alla decisione dello stop, verso il quale si era orientato fin dall'inizio il comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico di venerdì scorso. Gli indizi sul rischio di un innalzamento del livello di tensione arrivano anche dalle minacce fatte in passato sui social dai militanti a un giornalista di Repubblica e «l'incitamento a formare nell'occasione un corteo», diversamente dalle indicazioni fornite inizialmente alla Questura. Quest'ultima, nel documento, ha anche ricordato i «gravi incidenti» dello scorso gennaio durante lo sgombero del Circolo futurista - espressione territoriale di CasaPound - nel quartiere est di Casal Bertone, con un poliziotto rimasto ferito.

Ma per il movimento di estrema destra - che ha sottolineato «le pressioni politiche del Pd» sulla decisione del divieto - si sta creando «un pericoloso precedente, che calpesta ogni diritto e libertà di espressione. CasaPound non è un movimento fuori legge, esiste da 18 anni nella Capitale ed ha sedi e migliaia di iscritti in tutta Italia, si occupa di politica, cultura e solidarietà e lo fa da sempre alla luce del sole», spiega annunciando lo spostamento dell'iniziativa (quest'ultima al momento comunque non autorizzata) sotto la sede romana di via Napoleone III alle 15 sabato prossimo.

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