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Green pass obbligatorio per il lavoro: le linee guida del Dpcm

Nella bozza circolata in mattinata si parla di una nuova app per le aziende, della possibilità di richiederlo in anticipo e del formato cartaceo
Il controllo del Green Pass - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il controllo del Green Pass - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Come funzioneranno i controlli del Green Pass dei lavoratori con l’entrata in vigore dell’obbligo di venerdì 15 ottobre? I dubbi saranno chiariti dal dpcm che firmerà il presidente del Consiglio Mario Draghi nella giornata di oggi. Ecco intanto le anticipazioni delle linee guida.

Tra le novità maggiori rispetto al decreto dello scorso 17 giugno che ha introdotto il Green Pass in Italia, c’è l’introduzione di una app messa a punto dal ministero della Salute per il controllo quotidiano e automatizzato dei certificati. Il software potrà essere integrato nei sistemi di controllo degli accessi, «inclusi quellio di rilevazione delle presenze», si legge nella bozza.

Per i controlli del Green pass effettuati con app, le aziende non potranno comunque conservare il Qr Code. «è fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (qr code) delle certificazioni verdi Covid-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle» per il controllo per l'accesso al lavoro «le informazioni rilevate dalla lettura dei qr code e le informazioni fornite in esito ai controlli».

Non solo, ma chi dovrà controllare i Green Pass dei lavoratori potrà richiederli in anticipo, ma non oltre le 48 ore prima. Questa possibilità è data, specifica la bozza del dpcm, «per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all'erogazione di servizi essenziali».

Si potrà infine utilizzare anche il formato cartaceo dei certificati verdi, rilasciato da strutture sanitarie pubbliche e private, farmacie, laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che «attestano o refertano» una delle condizioni per il rilascio della certificazione verde (vaccinazione, avvenuta guarigione o effettuazione del tampone).

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