Italia e Estero

Gessi, sì al tracciamento: la Corte Costituzionale boccia il Mite e sta con la Regione

Grazie alla sentenza della Consulta la Lombardia ha il diritto di far valere la normativa approvata l'anno scorso
Gessi da defecazione in un campo - © www.giornaledibrescia.it
Gessi da defecazione in un campo - © www.giornaledibrescia.it
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Il verdetto è tanto inoppugnabile quanto chiaro: sul tracciamento dei gessi da defecazione, la Lombardia ha tutto il diritto di fare valere la normativa approvata lo scorso anno.

E no, le questioni di competenza e di illegittimità avanzate dall’allora presidente del Consiglio dei ministri su proposta del dicastero dell’Ambiente (ai tempi del ricorso guidato da Roberto Cingolani sotto la sigla di Mite, acromino di Ministero della transizione ecologica) sono «inammissibili». Fine delle trasmissioni. 

Così, con una sentenza destinata a fare scuola in tutta Italia, la Corte Costituzionale si schiera al fianco della Regione.

E boccia il tentativo del Mite di avocare a sé una scelta che - in dieci anni - non ha nei fatti mai compiuto: equiparare i controlli dei gessi da defecazione che vengono sparsi sui terreni agricoli (sostanze derivate dai fanghi e fino a poco fa equiparate invece a semplici fertilizzanti) a quelli che già sono in vigore per i fanghi, considerati (e quindi verificati) come i rifiuti. In modo da avere un controllo maggiore delle sostanze.

Gli assessori

Soddisfazione viene espressa dagli assessori regionali all’Agricoltura, Fabio Rolfi, e all’Ambiente, Raffaele Cattaneo, che hanno firmato il provvedimento: «Il governo aveva deciso di impugnare la norma, ma l’impianto ha retto in sede di Consulta. Una sentenza che fa scuola. La Regione va a colmare una lacuna nazionale».

La stoccata politica arriva subito dopo: «Troppi ex ministri e sedicenti ambientalisti in questi anni hanno fatto dichiarazioni in base ai fatti di cronaca e poi non hanno dato seguito alle parole. La Regione invece ha dimostrato di credere fortemente in questa legge e l’ha difesa in ogni sede. Ambiente e agricoltura si tutelano con atti concreti e con l’innovazione, anche normativa, non con gli slogan» hanno rimarcato.

Il riferimento corre al «caso Wte», che ha avuto il suo epicentro proprio nel Bresciano, ma che - sulla scia del lavoro d’indagine condotto dall’Arpa, le cui cabine di regia sono affidate al direttore Fabio Cambielli, e dopo centinaia di denunce depositate da Ambiente Futuro Lombardia con Imma Lascialfari e dal Comitato cittadini Calcinato con Laura Corsini - ha portato a controllare i campi di mezza Italia.

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