Italia e Estero

Forza Italia fa la pace con Mattinzoli e per la segreteria cittadina Bonardi è in pole

Dialogo aperto tra Ronzulli e l’ex assessore regionale che rimane però nel Misto. Il possibile asse con Moratti
L'ex assessore regionale Alessandro Mattinzoli - © www.giornaledibrescia.it
L'ex assessore regionale Alessandro Mattinzoli - © www.giornaledibrescia.it
AA

Poteva essere il colpo di grazia in una discesa senza freni disponibili. E, invece, il melodramma che ha accompagnato l’uscita del ministro Mariastella Gelmini dal partito, per Forza Italia ha segnato il momento dell’arrembaggio, arrivando - a livello nazionale - praticamente ad affiancare la Lega.

Adesso però le elezioni sono archiviate, il sipario sulla frenesia da campagna elettorale è calato e inevitabilmente si alza quello sul riassetto del partito bresciano. Chi lo guiderà? Per il momento c’è il commissario Adriano Paroli, chiamato dalla coordinatrice regionale Licia Ronzulli, ma è chiaro che - con l’impegno romano che lo riporta in parlamento - per almeno uno dei due livelli avrà bisogno di un braccio destro. Non solo. Passata la burrasca e smaltiti i veleni degli addii, alcuni rapporti di lunga data hanno iniziato a ricomporsi.

A partire da quello con il consigliere regionale, ed ex assessore, Alessandro Mattinzoli.

Retroscena

Cosa succede? Per capire lo storytelling della vicenda politica bisogna riavvolgere il nastro e raccontare un retroscena tutt’altro che irrilevante. Per lealtà nei confronti di Mariastella Gelmini e coerentemente con la sua storia politica, Mattinzoli sceglie di dimettersi da coordinatore provinciale di Fi e, subito dopo, da assessore regionale. Una mossa che sarebbe stata dettata dalla convinzione che non avrebbe avuto la fiducia della neocoordinatrice regionale Licia Ronzulli.

Il gesto colpisce il leader di Azione, Carlo Calenda, che nei giorni clou dei movimenti per la composizione delle liste, incontra direttamente l’ex assessore regionale bresciano. Stando a una fonte romana, Calenda fa di più: vis a vis assicura a Mattinzoli che sarà in lista, in un collegio se non certo quantomeno contendibile. Lo elogia per la lealtà. Lo stesso Matteo Renzi e Italia Viva sono d’accordo: l’ex segretario provinciale ha un curriculum politico di tutto rispetto, va valorizzato.

La visita a Roma dura due giorni, l’incontro con Calenda un’ora. Il resto, è storia: uscito da quella porta, Mattinzoli non è più stato contattato. Anche per questo il consigliere non entrerà nel gruppo di Azione in Lombardia, ma finirà la sua legislatura nel Misto.

Il dialogo con Forza Italia è concreto: del resto, l’ex segretario provinciale fa parte della storia del partito di Berlusconi e la lealtà dimostrata a Gelmini nei fatti, dimettendosi da due incarichi di peso, non è passata inosservata. A riprova di questo, oltre ad avere incontrato gli amici di sempre (da Albano Bianco Bertoldo a Bruno Bettinsoli), ci sarebbe un contatto diretto proprio con Ronzulli. Se un ritorno a casa ci sarà, però, è difficile che sia immediato: nessuno vuole cioè prestare il fianco all’interpretazione della convenienza. Tradotto: non ti è andata bene in Azione, dunque torni in Forza Italia per essere ricandidato.

Mattinzoli lo ha sempre detto: «Si può anche smettere di fare politica, non posso certo lamentarmi per la mia carriera, anzi». Frasi che - anche agli occhi della dirigenza del partito - lo tolgono dal dubbio che il suo possa essere un ricongiungimento di convenienza.

Tanto più che l’ex assessore regionale ha alle spalle un rapporto solido, costruito nel tempo, con la vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti, ancora in partita per la corsa a candidato governatore del 2023. E se il centrodestra si ricomporrà attorno al suo nome anziché a quello del presidente Attilio Fontana, l’operazione politica potrebbe tenere tutto insieme, magari con Mattinzoli schierato in una Civica per Moratti presidente. Uno scenario interessante, che non metterebbe così a rischio la ricandidatura dei consiglieri regionali uscenti, ma per il quale i tempi sono ancora lunghi.

Segreteria

Un orizzonte più vicino è invece quello sul futuro assetto del partito. Le sfide alle porte sono tante e tutte rilevanti, specie perché Forza Italia vuole riequilibrare i rapporti di forza all’interno del centrodestra. Non a caso, proprio ieri, il sottosegretario in Regione Gabriele Barucco ha sottoposto il tema ai colleghi, puntando i fari sulla Provincia. «La partita della presidenza possiamo giocarla anche noi: abbiamo moltissimi bravi amministratori - spiega -. Ho chiesto che di questo si possa parlare nelle prossime settimane» spiega, una proposta che ha incassato consensi, almeno nella chat di partito.

Resta il tema della segreteria. Se quella provinciale è molto probabile che resti in capo a Paroli, almeno fino al voto per le Regionali, il coordinamento cittadino pare che a breve possa essere invece delegato. È chiaro che in lizza c’è la capogruppo in Loggia, Paola Vilardi, che ha voce in capitolo nella decisione. Ma tutti sanno che non è interessata all’incarico e che preferirebbe dare spazio ad altri che pure, in questi anni, hanno lavorato per il partito. C’è poi l’ex coordinatore Paolo Fontana, che nell’ultimo periodo è stato critico con la gestione azzurra e che, del resto, è stato commissariato a sua volta da Ronzulli.

Con questo quadro, in pole, c’è Flavio Bonardi, una figura che sembra piacere a tutti. E che presto potrebbe lavorare in tandem con Paroli anche sul fronte Loggia 2023.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato