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Draghi va avanti con il Green Pass, ma sconta i tamponi

«Calmierare i prezzi dei tamponi sì, gratuità no. Vorrebbe dire rallentare la lotta al virus» spiega il ministro del lavoro Orlando.
Mario Draghi © www.giornaledibrescia.it
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Niente tamponi gratuiti, nessun rinvio dell’obbligo di green pass. Con questi no Mario Draghi difende la scelta di introdurre il green pass nei luoghi di lavoro. Lo fa alla vigilia di un venerdì che si annuncia di disagi e proteste, con minacce di blocchi e manifestazioni. I dati dicono che l’effetto di spinta ai vaccini c’è e che imprese e lavoratori si sono preparati al «black Friday» dell’obbligo.

Un’apertura ai datori di lavoro: chi decide di sostenere le spese dei tamponi per i lavoratori di fronte alla richiesta dei sindacati, Draghi ha risposto che valuterà ulteriori detrazioni rispetto al credito d’imposta al 30% ora a disposizione delle aziende. La misura, che non dovrebbe arrivare in Cdm venerdì 15 ottobre, non potrà però coprire l’intero costo del tampone, perché il governo non intende farsi carico di questa spesa per chi sceglie il no al vaccino.
Previsti anche prezzi più contenuti: «Calmierare i prezzi dei tamponi sì, gratuità no. Vorrebbe dire rallentare la lotta al virus» spiega il ministro del Lavoro Orlando.

Quanto ai dati, sul tavolo di Palazzo Chigi arriva un report della struttura commissariale secondo cui le prime dosi sono cresciute del 46%, rispetto al trend atteso in assenza di obbligo: 559.954 prime dosi in più dall’introduzione della misura il 16 settembre. L’Italia è sopra la media di Francia e Germania, con l’85,11% di vaccinati con una dose, circa 46 milioni di over 12. L’effetto, notano dal Governo, è una spinta ulteriore a svuotare le terapie intensive e a evitare che un’economia in ripresa sia costretta di nuovo a rallentare.

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