Italia e Estero

Covid, mascherine al chiuso verso l’addio

Obbligo per un altro mese nei luoghi pubblici, rimangono le incognite per scuole e posti di lavoro
MASCHERINE VERSO LA PROROGA
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Con tutta probabilità, l’utilizzo delle mascherine al chiuso in determinati luoghi - dai trasporti ai cinema, dai teatri agli ospedali ai palazzetti dello sport - sarà prorogato per almeno un altro mese. È questa la direzione che dovrebbe essere confermata dal governo nelle prossime ore, mentre per quanto riguarda luoghi di lavoro, scuola, negozi e supermercati una decisione non sarebbe stata al momento definita.

Si tratta di un approccio di cautela, in attesa che dal primo maggio cada anche l’obbligo di green pass. Sarà un emendamento al decreto legge del 24 marzo scorso che ha sancito la fine dello stato di emergenza ed una ordinanza «ponte» del Ministro della Salute, a stabilire le nuove regole per l’uso delle mascherine al chiuso.

Il quadro

Secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, si va appunto nella direzione di prorogare di un mese l’obbligo della mascherina in determinate situazioni come per i trasporti, mentre altrove basterà una raccomandazione. «Ragioniamo - ha sottolineato - per arrivare ad un’estate senza restrizioni». Quanto al green pass, Costa ha precisato che negli ospedali si continuerà a mantenere l’obbligo di vaccinazione fino a fine anno e, per coloro che non lo rispettano, non ci sarà la possibilità di essere reintegrati sul posto di lavoro.

Mentre «per tutto il resto, dal primo maggio il Green Pass non sarà più richiesto. È il vero elemento di cambiamento, il segno tangibile - ha commentato - di una fase nuova». Un allenamento ulteriore delle misure, dunque, anche se «l’effetto Pasqua» inizia a farsi sentire sul fronte ospedaliero. Nella settimana 19-26 aprile, emerge infatti dalla rilevazione degli ospedali sentinella della Federazione Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), il numero delle ospedalizzazioni è salito del 3,5% a differenza di una settimana fa quando c’era stata una discesa del 5,3%. Ad aumentare, in particolare, sono stati i ricoveri nei reparti ordinari, con un incremento del 4,8%. Sul fronte rianimazioni, invece, sempre nella stessa settimana, il numero dei pazienti è sceso del 20%. Si osserva anche un raddoppio del numero, sia pur ridotto, dei pazienti pediatrici. Sono, sottolinea Fiaso, «piccole cifre (in tutto 17 pazienti) ma per il 40% dei casi riguardanti neonati».

Si tratta, avverte il presidente Giovanni Migliore, di «un monito importante per le prossime settimane: occorre non abbassare la guardia perché la pandemia non è finita. Un piccolo sforzo che non costa nulla ai cittadini anche con le mascherine: è necessario continuare a indossarle al chiuso».

Il report

Intanto ieri nuovo boom di casi, 87.940, con tasso di positività del 15,8% e 186 decessi. Sono invece 394 i pazienti in terapia intensiva, 15 in meno di martedì, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 10.155 (-173). Il numero di pazienti Covid ricoverati in intensiva scende dunque sotto quota 400 per la prima volta dopo oltre 5 mesi. L’ultima volta che si era rimasti sotto i 400 era il 7 novembre scorso, quando nelle intensive si contavano 398 pazienti. A livello nazionale, rileva inoltre l’Agenas, resta ferma al 16% l’occupazione dei reparti di area non critica da parte di pazienti Covid, ma cresce in 12 regioni, ed è stabile al 4% l’occupazione delle intensive.

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