Italia e Estero

Covid, dopo cinque settimane l'indice Rt in Italia scende

Il monitoraggio settimanale il valore a livello nazionale è sotto l'1. Undici regioni, tra cui la Lombardia, a rischio moderato
La somministrazione del vaccino anti-Covid - Foto © www.giornaledibrescia.it
La somministrazione del vaccino anti-Covid - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dopo cinque settimane di crescita costante, l’indice Rt scende. Secondo il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità l’Rt nazionale è sotto 1. Un fattore che incide su eventuali passaggi di colore delle regioni italiane. 

Nel dettaglio l’indice di contagiosità è stato fissato a 0,97 a livello nazionale, solo sette giorni fa era a 1,09. Il periodo monitorato a cui fa riferimento il nuovo report è quello tra il 30 dicembre e il 12 gennaio. L’Rt indica a quante persone in media un malato di Covid può trasmettere il virus. Secondo gli esperti è il dato che, a seconda della sua crescita o decrescita, influisce sugli altri dati legati ai casi complessivi, ai ricoveri e ai decessi.

Nel monitoraggio settimanale troviamo quattro regioni ad alto rischio. Sono la Provincia Autonoma di Bolzano, Sardegna, Sicilia e Umbria; rischio moderato per undici regioni: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Pa/Trento, Puglia, Valle d'Aosta e Veneto. In 5 regioni classificate a rischio moderato viene segnalata alta probabilità di progressione a rischio alto (Lazio, Marche, Molise, PA/Trento e Valle d'Aosta).

Sei le regioni classificate a rischio basso: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria e Toscana. La classificazione del rischio viene stilata considerando, tra l'altro, l'incidenza per 100mila abitanti, nuovi casi segnalati nella settimana, il trend settimanale con i focolai (se in aumento o diminuzione), stima Rt puntuale, esistenza di zone rosse, valutazione della probabilità e di impatto, allerte sulla resilienza dei servizi sanitari territoriali

Nel dettaglio ecco l’Rt delle singole regioni. Abruzzo 1,05, Basilicata 1,12, Calabria 1,02, Campania 0,76, Emilia Romagna 0,97, Friuli venezia Giulia 0,88, Lazio 0,94, Liguria 0,99, Lombardia 0,82, Marche 0,98, Molise 1,38, Piemonte 1,04, Alto Adige 1,03, Trentino 0,9, Puglia 1,08, Sardegna 0,95, Sicilia 1,27, Toscana 0,98, Umbria 1,05, Valle d’Aosta 1,12, Veneto 0,81. La valutazione del rischio avviene incrociando 21 indicatori complessivi; di questi l’Rt è uno dei più determinanti ma non l’unico.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sceso sotto la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.636 (12/01/2021) a 2.487 (19/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 23.712 (12/01/2021) a 22.699 (19/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale, si legge nel monitoraggio, «sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'incidenza impongono comunque misure restrittive».

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