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Come funziona l'elezione dei presidenti di Camera e Senato

Comincia oggi la nuova legislatura con l'insediamento dei parlamentari eletti il 25 settembre. Le votazioni iniziano alle 10 e alle 10.30
L’ingresso di Palazzo Madama, sede del Senato - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’ingresso di Palazzo Madama, sede del Senato - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Oggi comincia la nuova legislatura con l’insediamento dei parlamentari eletti il 25 settembre. Tra loro ci saranno anche i bresciani, che seguiremo da vicino direttamente da Roma.

Il primo passo della nuova legislatura sarà l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, propedeutica per i successivi passaggi di formazione del nuovo governo a cominciare dall’avvio delle consultazioni del presidente della Repubblica.

Le votazioni inizieranno alle 10 alla Camera e alle 10.30 al Senato. Il voto è segreto e le schede verranno inserite nei classici «catafalchi», strutture di legno che fungono da cabine elettorali, per garantirne la riservatezza. Lo spoglio è pubblico e avviene in aula. 

L'elezione del presidente della Camera

A Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, la prima seduta sarà presieduta da Ettore Rosato di Italia Viva, vice presidente anziano nella scorsa legislatura. Verrà supportato da quattro deputati segretari provvisori, cui competerà tenere il conto dello spoglio. L'elezione del presidente della Camera può essere eletto al primo scrutinio se si raggiunge la maggioranza dei due terzi dei membri (pari a 267 voti). Nella seconda e nella terza votazione il quorum scende a due terzi dei votanti. A partire dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta, pari a 201 voti. 

L'elezione del presidente del Senato

Al Senato invece la procedura è diversa. Presiede la seduta la senatrice a vita Liliana Segre, la seconda più anziana (è nata nel 1930) dopo Giorgio Napolitano (del 1925), che non può presenziare per motivi di salute. Nei primi due scrutini (previsti per la prima seduta) per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell'assemblea. Se questa maggioranza (104 voti su 206) non viene raggiunta, si procede a una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei votanti, computando anche le schede bianche. Se anche nella terza votazione non si ottiene la maggioranza, il Senato procede al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che ne prende di più. A parità di voti sarà eletto il candidato più anziano di età.

I gruppi parlamentari

Dopo il discorso del presidente provvisorio, la seduta è sospesa perché la Giunta per le Elezioni provvisoria deve dichiarare le opzioni dei parlamentari. Alla Camera sono cinque, relative agli Europarlamentari eletti a Montecitorio, al Senato le opzioni da accertare sono ben 26. Entro due giorni dalla prima seduta i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono e questo termine scade domenica. A quel punto i gruppi parlamentari sono convocati per eleggere i rispettivi presidenti. Una volta eletti i capigruppo, si terrà la prima riunione dei presidenti di gruppo: dovrà decidere quando si terrà la seduta in cui eleggere i vicepresidenti, i questori ed i segretari. 

Le dimissioni del presidente del Consiglio

Alla fine di questa laboriosa procedura e quindi con l'elezione dei presidenti di entrambe le Camere il presidente del Consiglio uscente può salire al Quirinale per dimettersi: resterà comunque in carica per il «disbrigo degli affari correnti», cioè per le ultime pratiche, fino alla nomina e al giuramento del nuovo governo.

 

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