Maltempo in Emilia: bresciani all'opera nei paesi sommersi dall'acqua
Torna la pioggia sulla Romagna alluvionata e l’emergenza non si ferma. Si aggrava anche il bilancio delle vittime che salgono a 14, mentre oltre 15.000 sono le persone sfollate. «Qui in Emilia Romagna si vive alla giornata. Da bisogno a bisogno. Il funzionario della Regione Lombardia che ci coordina e che si confronta con chi in loco sta gestendo l’emergenza e gli interventi, con le richieste di aiuto, ci dà delle disposizioni a cui dobbiamo conformarci in tempo reale. Così ieri da Sant’Agata sul Santerno siamo stati spostati a Massa Lombarda: pochi chilometri che viaggiando nel fango sembrano un Camel Trophy. Siamo intervenuti a Fruges dove le campagne sono totalmente allagate e le case invase dall’acqua». Il racconto dei volontari bresciani esperti di Soccorso Fluviale in caso di alluvione si frammenta a mille episodi anche curiosi. Ma su tutto domina il confronto con i residenti e la loro esasperazione.
Isolati nei casali
«La situazione è portata all’estremo. Qui ci sono famiglie isolate nei casali da più di tre giorni, senza corrente, acqua potabile e gas. Si sono sentiti abbandonati, non sapendo che cosa c’è fuori da casa loro. Dopo le ore concitate della paura, quando gli edifici scricchiolavano sulle fondamenta, scosse dalla corrente e dalla pressione dell’acqua, con gli argini che ovunque cedono o sono travolti dai flutti, ora è subentrata la rabbia. In tre sul gommone (gli specialisti Marco Belotti, Giulio Zaniboni e Roberto Bosio, inviati da Calcinato, ndr) arriviamo pagaiando alle case e nella migliore delle ipotesi sono gli insulti e le urla che ci accolgono. La gente è spaventata, impaurita. Quasi inferocita. Sì, direi, esasperata» racconta Belotti in una breve pausa tra un intervento e il successivo.
Pagaiando nella melma
I «rinforzi»
Ai nostri otto volontari già stanziati a Sant’Agata sul Santerno si sono aggiunti da ieri altri dieci specialisti. «Conducenti di macchine operatrici, addetti alle idrovore e ai gruppi elettrogeni, esperti collaudati in diverse situazioni di emergenza. Tecnici qualificati e selezionati dalla Protezione civile della Provincia di Brescia, professionalità messe a disposizione tra gli organici della Regione Lombardia per arginare l’emergenza e che sono chiamati ad anticipare l’invio delle colonne mobili delle province lombarde» continuano i volontari di Calcinato. Questo infatti è il momento dei soli specialisti: la gestione di migliaia di volontari che affluiscono da ogni dove diventerebbe solo un altro problema -. Servono figure selezionate e centellinate per interventi mirati. Quando le acque si saranno ritirate, allora sarà il momento dell’intervento massivo di pulizia con badili e manovalanza. Ma per ora la gestione dei volontari in massa sarebbe un ulteriore problema.
L'appello dei sindaci
«Già eravamo preallertati tra tante colonne della Protezione Civile pronti a recarci sul posto, ma la gestione dell’emergenza necessita di una logistica. I Vigili del Fuoco stanno lavorando su tutto il territorio. Regione e Governo si stanno parlando, la priorità ora è dare mezzi e uomini ai territori colpiti. Ci sono tanti fiumi esondati e tante frane e non riusciamo a coprire tutte le situazioni. Serve supporto. Ringraziamo tutti quelli che stanno lavorando. In questo momento è importante collaborare. Ma l’invito alla popolazione è di non usare mezzi e non uscire in strada» dichiarano all’unisono i sindaci del territorio.
I Vigili del Fuoco
E sul fronte degli specialisti si registra anche l’apporto dei Vigili del Fuoco bresciani: i nostri uomini del Comando di Brescia sono presenti con due macchine movimento terra (un escavatore da 5 tonnellate e una minipala) e un camion da 4 assi per trasporto detriti, con un totale di 5 operatori che pilotano ruspe e terne. Lavorano in stretto coordinamento con i moduli del Gruppo operativo speciale di movimento terra dei comandi di Milano e Sondrio.
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