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Strage di Bologna, dopo 40 anni si aspetta ancora «piena verità»

Era il 2 agosto 1980: una bomba in stazione uccise 85 persone. Casellati: «È tempo di aprire i fascicoli»
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella rende omaggio alle vittime della strage - Foto Ansa/Paolo Giandotti
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella rende omaggio alle vittime della strage - Foto Ansa/Paolo Giandotti
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Servono «piena verità e giustizia». È la richiesta che oggi, nel 40° anniversario della strage di Bologna in cui una bomba in stazione uccise 85 persone, risuona nelle parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, della Presidente del Senato, Elisabetta Casellati e del premier Giuseppe Conte, che coralmente esprimono la vicinanza dello Stato ai familiari delle vittime.

In un messaggio Mattarella, pochi giorni fa in visita a Bologna e nel luogo dell'attentato, per cui si sono per cui si è aperta una nuova inchiesta, ha ribadito «la vicinanza, la solidarietà e la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e alla città di Bologna, così gravemente colpiti dall'efferato e criminale gesto terroristico. Riaffermando, al contempo, il dovere della memoria, l'esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia».

A Casellati, che ha sottolineato come «senza verità il Paese non ha futuro» ed «è tempo di aprire i fascicoli», ha fatto eco Conte, ribadendo che «siamo al fianco dei familiari, di chi crede nello Stato, dei magistrati impegnati a squarciare definitivamente il velo che ci separa dalla verità». Per il viceministro dell'Interno Crimi «Dopo 40 anni si può solo chiedere scusa».

 

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