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Scuola, i pediatri chiedono i tamponi rapidi a Regione Lombardia

Si tratta di test usati negli scali romani: con i tempi di attesa per i tamponi normali, una volta riaperte le scuole c'è il rischio caos
Una bambina sottoposta a tampone - Foto Ansa/Epa/Filip Singer © www.giornaledibrescia.it
Una bambina sottoposta a tampone - Foto Ansa/Epa/Filip Singer © www.giornaledibrescia.it
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I pediatri chiedono alla Regione Lombardia di poter avere i tamponi rapidi, come quelli che ora sono utilizzati negli aeroporti romani e che nei mesi scorsi sono stati introdotti in Veneto, per stabilire velocemente se un bambino abbia o meno il coronavirus. «Senza tamponi rapidi - ha spiegato all'Eco di Bergamo Ezio Finazzi, segretario provinciale e regionale del sindacato pediatri Simpef - sappiamo già come andrà a finire. Tempo qualche settimana dalla riapertura delle scuole e avremo tantissimi bambini ammalati anche per una semplice influenza. Non avendo noi, ad oggi, strumenti in grado di diagnosticare l'infezione da Covid - ha aggiunto - li dovremo considerare casi sospetti. E, come protocollo, dovremo richiedere il tampone per tutti: in attesa dell'esito, però, anche i familiari, in quanto contatti di un caso sospetto, dovranno mettersi in isolamento fiduciario» e questo con il rischio «di un blocco generale». 

Inoltre se un bambino resta a casa da scuola per più di tre giorni, per il rientro è chiesto un certificato del medico per attestare che non ha malattie infettive. «Se, come stabilisce il decreto Azzolina, dovremo certificare l'assenza di una malattia infettiva per il rientro a scuola dei bambini - ha sottolineato -, ci toccherà richiedere il tampone per tutti. E siamo punto e a capo: rischiamo di bloccare tutto».

 

 

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