Italia e Estero

San Pietroburgo, almeno 14 morti. Ad agire un kamikaze

Sale a non meno di 14 il bilancio delle vittime dell'attentato al metrò di San Pietroburgo: ad agire un kamikaze a bordo di un vagone
  • San Pietroburgo, in azione un kamikaze dopo aver piazzato un secondo ordigno
    San Pietroburgo, in azione un kamikaze dopo aver piazzato un secondo ordigno
  • San Pietroburgo, in azione un kamikaze dopo aver piazzato un secondo ordigno
    San Pietroburgo, in azione un kamikaze dopo aver piazzato un secondo ordigno
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    San Pietroburgo, in azione un kamikaze dopo aver piazzato un secondo ordigno
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Un attentato «terrificante» quello che ha sconvolto San Pietroburgo, l'antica capitale degli zar e città natale di Vladimir Putin, proprio nel giorno in cui il presidente russo era in zona per l'incontro con il collega bielorusso Alexander Lukashenko. Un vagone della linea blu del metrò è stato sventrato da un'esplosione mentre correva fra le stazioni Tekhnologicheskiy Institut e Sennaya Ploshchad causando, secondo il governo, almeno 11 morti e 45 feriti, 13 dei quali gravi.

A compiere l'attentato, stando a fonti di polizia citate da Interfax, sarebbe stato un kamikaze, forse originario del Kazakhstan. Il bilancio delle vittime - che media locali di San Pietroburgo fanno salire a 14 - è ad ogni modo provvisorio e potrebbe aumentare ancora nelle prossime ore. Un secondo ordigno, mascherato da estintore, è stato rinvenuto in una terza stazione, la Ploshchad Vosstaniya, ed è stato disinnescato dagli artificieri: si trattava di una bomba ben più potente - 1 kg di tritolo - di quella usata nel vagone della metropolitana ma di fattura simile, ossia zeppa di «corpi lesivi» (biglie e chiodi mozzati) utilizzati per massimizzare l'impatto mortifero.

Il Comitato Investigativo russo nel pomeriggio ha confermato di aver lanciato un'indagine per «terrorismo» ma ha sottolineato che ogni altra ipotesi verrà analizzata. Le piste privilegiate, ad ogni modo, sono quella «estremista», dunque di matrice islamica, e quella «nazionalista». La polizia, sulle prime, aveva detto di essere sulle tracce di due attentatori ma in serata - stando a quanto riporta Interfax - gli inquirenti si sono convinti che ad agire sia stato un solo uomo. Ovvero il kamikaze, che prima avrebbe lasciato l'ordigno-estintore alla Ploshchad Vosstaniya e poi sarebbe salito sul treno, dove si è fatto esplodere.

Stando a Fontanka, portale di San Pietroburgo, l'attentatore  avrebbe già un nome: Maxim Arishev, 22enne kazako: i media hanno mostrato anche immagini prese dalle telecemere di un giovane con un parka rosso, cappello blu ed occhiali. La certezza però verrà solo con l'esame del Dna. Tramontata poi anche l'ipotesi "dell'uomo con la barba", la cui immagine - l'identikit tipo dell'estremista islamico - era stata diffusa dai media russi come uno dei possibili responsabili dell'attentato: il sospettato si è infatti presentato alla polizia e ha detto di non aver nulla a che fare con la tragedia di oggi. «Un aspetto fin troppo convincente», aveva d'altra parte commentato su Facebook Gleb Pavlovsky, ex
spin-doctor del Cremlino e ora critico di Putin. Il suo scetticismo sembra aver avuto ragione.

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