Lombardia 2023, Fontana incassa il sì: al voto il 12 e 13 febbraio

Raccontano che la spinta decisiva a varcare il Rubicone, in fondo a giorni di tormento e riflessione tra chi lo strattonava ad attendere e chi lo incalzava ad accelerare, sia venuta da una telefonata. È solo quando il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi lo ha chiamato per sapere davvero quale fosse lo scenario (a fronte del verdetto del Lazio) che le sue intenzioni sono diventate definitive e cristalline anche per la sua intera maggioranza. E la risposta del presidente Attilio Fontana è stata: «Prima si vota, meglio è».

Che sul calendario significa qualcosa di ben preciso: la Lombardia, in tandem con il Lazio, andrà alle urne domenica 12 e lunedì 13 febbraio (anche se il secondo giorno ci si potrà recare ai seggi solo al mattino).

Il vertice

Il cronoprogramma che fino a una manciata di giorni fa sembrava probabile, ora è sicuro. Manca solo l’ufficialità (la firma del decreto che, dopo la modifica della legge elettorale approvata dal Consiglio regionale lunedì 21, dovrà apporre il presidente), ma la decisione è presa. Lo conferma la telefonata con il ministro Piantedosi, ma lo conferma soprattutto la comunicazione condivisa insieme ai capigruppo di maggioranza in Regione, che proprio di questo hanno parlato vis a vis con il governatore nelle scorse ore, condividendone infine la linea. Dietro allo sprint che porterà al voto anticipato per Palazzo Lombardia e per il Pirellone c’è la regia della Lega. Non è un segreto che parte della missione punti ad azzoppare la tabella di marcia della ex vicepresidente, Letizia Moratti, sostenuta dal Terzo Polo che promette di «erodere» buona parte dei consensi «moderati e progressisti» dal centrodestra tradizionale.

D’altro canto, l’ex assessore al Welfare promette di dar battaglia e questo - ammette più di qualcuno con la garanzia dell’anonimato - «inizia a togliere il sonno a via Bellerio, specie dopo l’esito delle Politiche». Il voto anticipato viene visto quindi lo strumento perfetto non solo per inceppare la macchina della campagna elettorale di «The Queen» Mortatti, ancora non oliata (la presentazione della Lista civica per Moratti presidente-Lombardia Migliore è in agenda per domani), ma anche per accorciare il raggio d’azione di un Pd che fino a pochi giorni fa sembrava brancolare nel buio. E che ora, con la scelta dell’eurodeputato Pierfrancesco Majorino come candidato governatore, dovrà correre e chiudere in fretta il cerchio. Non è ancora chiaro, ad esempio, il confine dell’alleanza: il Movimento 5 stelle giocherà nella squadra del centrosinistra oppure no? Nel frattempo, a farsi avanti e ad annunciare su Telelombardia la sua discesa in campo è una quarta candidata: la pornostar Fortunata Ciaco, in arte Priscilla Salerno: «A sostenermi è il Nuovo partito socialista dopo la rottura con Forza Italia. Sono in politica da sei anni» ha chiarito.

Test per i partiti

In Regione così come sui territori è già salita l’ansia da candidatura. Tanto quella dei consiglieri uscenti, quanto quella dei nuovi aspiranti: tutti sono ben consapevoli che la sfida sarà agguerrita, anche perché stavolta si devono fare i conti anche con gli «orfani» dei seggi in parlamento. E non sono pochi. Ma le elezioni di febbraio sono anche un banco di prova fondamentale per la tenuta dei partiti: di FdI, che debutta da primo, della Lega che vede nella Lombardia il suo fortino storico, del Pd che è alle prese con il congresso, dei 5s con il tentativo del campo largo. E basta un numero per comprendere la portata di un test che non sarà visto solo come un voto «territoriale»: tra Lazio e Lombardia ci sono circa 16 milioni di abitanti. Più di un quarto degli italiani.