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La reazione Usa dopo l'attentato: uccisa una «mente» dell'Isis-K

Il Pentagono conferma l'eliminazione in Afghanistan di un «planner» che si ritiene progettasse nuovi attentati. In azione un drone
Un drone Reaper americano come quello impiegato nel raid contro il planner dell'Isis-K - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Un drone Reaper americano come quello impiegato nel raid contro il planner dell'Isis-K - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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La risposta americana al sanguinoso attacco all'aeroporto di Kabul non si fa attendere. Dopo essersi presentato davanti alla telecamere in lacrime ed aver assicurato che i responsabili dell'attentato l'avrebbero pagata, il presidente Joe Biden ha autorizzato un raid in Afghanistan, nella regione di Nagahar, durante il quale è stata colpita e uccisa una delle menti dell'Isis-K che progettava futuri attacchi. 

L'identità del militante non è stata resa nota: il Pentagono lo ha definito un «planner» dell'organizzazione. Secondo indiscrezioni, l'uomo tramava futuri attacchi ma non sarebbe stato direttamente coinvolto con l'attentato a Kabul. «Riteniamo che questo terrorista fosse coinvolto nella pianificazione di futuri attacchi a Kabul», riferisce un funzionario dell'amministrazione citato dai media americani. L'uomo sarebbe stato sotto osservazione da prima dell'attentato e il personale americano avrebbe atteso che fosse solo prima di lanciare l'attacco con il drone.

Il Reaper americano, partito da una base in Medio Oriente, lo avrebbe colpito mentre era a bordo di un veicolo. «Le forze armate americane hanno condotto un'operazione anti-terrorismo contro uno degli organizzatori dell'Isis-K. Il raid è avvenuto nella provincia di Nangahar, in Afghanistan. Le indicazioni preliminari segnalano che il target è stato ucciso. Non siamo a conoscenza di vittime civili», si legge in una nota di Bill Urban, portavoce del Central Command. L'ordine di colpire è stato impartito dal ministro della Difesa, Lloyd
Austin.

Non è chiaro se il raid sia un caso isolato o se sia il primo di una serie in risposta all'attacco a Kabul, durante il quale hanno perso la vita quasi 200 persone di cui 13 militari americani. L'azione mirata americana segue la nuova allerta lanciata dall'ambasciata Usa a Kabul, che ha invitato gli americani a non recarsi all'aeroporto. A chi si trova già nei pressi dello scalo è stato chiesto di lasciarlo immediatamente alla luce delle minacce per la sicurezza. La autorità Usa ritengono infatti che nuovi attacchi siano probabili in questi ultimi giorni prima del 31 agosto. Una scadenza che si avvicina e che rende sempre più urgente l'evacuazione dal Paese asiatico.

Nelle ultime 12 ore sono 4.200 le persone evacuate da Kabul, riferisce la Casa Bianca sottolineando che dal 14 agosto sono state evacuate 109.200 persone, mentre dalla fine di luglio ne sono state evacuate 114.800. Il Dipartimento di Stato ha riferito di essere in contatto con circa 500 americani in Afghanistan che chiedono assistenza per essere evacuati.

Dopo l'attacco all'aeroporto di Kabul, Joe Biden aveva assicurato gli Stati Uniti avrebbero perseguito i responsabili: «Vi prenderemo e ve la faremo pagare», ha detto con le lacrime agli occhi, riportando alla memoria le parole dell'ex presidente George W. Bush dopo gli attacchi dell'11 settembre. La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, è stata ancora più esplicita del presidente: Biden «non vuole» che i responsabili «vivano più sulla Terra».

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