Influenza, 300mila vaccini per la Lombardia in ostaggio

Adesso a battere il pugno sul tavolo è la Lombardia. Perché sì, è vero: i problemi di approvvigionamento ci sono e nessuno, ora, a Palazzo lo nega. Ma il cortocircuito più recente, quello che anche nel Bresciano sta tenendo congelate tutte le potenziali prenotazioni da domani in avanti, nessuno se lo era neppure lontanamente immaginato. Vaccini antinfluenzali, telefilm lombardo, puntata numero tre: l’ultimatum. Il casus belli lo anticipa senza troppa enfasi, ma in diretta streaming, l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, che nell’ultima riunione del Consiglio regionale parla di «ritardi reiterati nella consegna», di «situazioni analoghe nelle altre regioni d’Italia», di «intenzione di procedere verso la ditta».
E adesso, tre rinvii rispetto alla data concordata e un mese più tardi, l’intenzione si sta per trascrivere su carta bollata. Il fatto: a mancare all’appello nei magazzini di Aria, la centrale acquisti della Lombardia, sono ben 300mila vaccini. Dosi già ordinate e che la Regione si è accaparrata, dosi - soprattutto - sulle quali la regia milanese contava per poter «traghettare» l’organizzazione fino alla metà di dicembre, occupando così quel mese di tempo per mettersi al lavoro sui bandi successivi. Invece, niente da fare. Dalla partita complessiva «promessa» dalla ditta svizzera alla Lombardia, manca un carnet di confezioni considerevole.La data della consegna prevista è stampata in bella vista sul contratto: 10 novembre. Nulla di fatto, tutto slitta al 18 di novembre (primo rinvio). La mattina del 19 novembre, nessuna consegna: dall’azienda fanno sapere che serve un’altra decina di giorni (secondo rinvio). Di giorni ne trascorrono più di dieci, novembre passa il testimone a dicembre: degli scatoloni, alla fine della prima settimana del mese, non si vede neanche l’ombra (terzo rinvio). Stavolta, oltre ai cittadini sul piede di guerra per la «siccità» di vaccini antinfluenzali nell’anno maledetto del Covid, a perdere la pazienza è la Regione. Che decide di abbandonare la via della conciliazione e di passare a quella del contenzioso.
Contromisure. «La negoziazione era stata la prima opzione proprio per evitare il rischio di infilarci all’interno di un contenzioso che potesse ulteriormente rallentare i tempi di consegna - spiegano fonti di Palazzo interne all’assessorato al Welfare - ma al terzo rinvio, basta. Non c’è più spazio». Di qui, la decisione politica, necessaria per mettere in moto il procedimento di diffida, proprio come già fatto - ad esempio - tanto dal Lazio quanto dal Piemonte. Tanto più che quelle 300mila dosi tenute in ostaggio dal fornitore dovevano essere indirizzate alle categorie fragili (over 65, donne in gravidanza, pazienti cronici in primis). «Diamo alla ditta ancora tre giorni di tempo: se la consegna non arriva a destinazione, procederemo con la segnalazione». Atto amministrativo deciso sì dalla guida politica, ma che - formalmente - dovrà essere intrapreso direttamente da Aria, perché è appunto la centrale di acquisti regionale ad aver gestito, come da tradizione, l’iter burocratico. E intanto? Nel frattempo, come annunciato dal governatore Attilio Fontana, proseguirà la trattativa privata per conquistare altre dosi di vaccini antinfluenzali. L’oro lombardo di questo 2020 dannato.
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