Italia e Estero

Il G7 vuole una tassa minima del 15% per le multinazionali

Si punta a una maggiore equità globale, destinata a far pagare di più chi si è arricchito durante la pandemia (ossia i colossi del web)
I ministri finanziari dei paesi del G7 - Foto Ansa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
I ministri finanziari dei paesi del G7 - Foto Ansa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
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Svolta storica: i paesi del G7 hanno raggiunto un accordo per istituire una tassa globale di almeno il 15% per le multinazionali che operano sui loro territori, a prescindere dalle sede legale delle aziende. Il progetto punta a una maggiore equità globale nella tassazione delle grandi aziende, destinata nelle intenzioni a far pagare di più in primis chi si è arricchito ulteriormente nei mesi della pandemia (ossia i colossi del web) e a garantire risorse a Paesi e governi alle prese con l'esigenza di continuare a usare la leva dell'intervento pubblico per sostenere la ripresa post-Covid.

In sostanza, si tratta di un intesa fondata su «due pilastri»: l'introduzione del principio di un'aliquota globale minima del 15% per le grandi imprese, da applicare Paese per Paese in modo da allontanare gli eccessi di concorrenza sleale; e quella di una stretta sull'elusione che dovrebbe riguardare anche e soprattutto i big Usa del tech (non citati espressamente, ma evidentemente compresi fra le multinazionali di spicco) con l'imposizione di tasse sul 20% degli utili oltre la soglia del 10% di profitto da «riallocare nei Paesi in cui si effettuano le vendite». Al netto della domiciliazione nominale in qualunque paradiso fiscale. Un sistema che a regime dovrebbe portare miliardi di euro in più nelle casse di tanti Stati; costringere colossi come Amazon, Facebook, Google o Microsoft a versare complessivamente di più; e consentire di evitare casi come quello delle 'zero tassè versate dalla filiale irlandese del gruppo fondato da Bill Gates grazie alla residenza legale (senza un singolo dipendente impiegato) stabilita nelle Bermuda. L’accordo potrebbe essere esteso ai paesi del G20, che si riuniranno a luglio in Italia.

È il risultato chiave della riunione dei ministri finanziari del G7 che si è chiusa ieri a Londra sotto presidenza britannica: riunione a cui l'Italia ha partecipato con Daniele Franco (esordiente in veste ministeriale) e nelle cui conclusioni è stata rimarcata la volontà di insistere nella strategia di politiche economiche «espansive» per tutto il tempo che sarà necessario a uscire dalla crisi, sia pure con l'impegno a vigilare su deficit e a rimettere in sesto i conti pubblici una volta superata la recessione.

 

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