Italia e Estero

Il bimbo di Aleppo scuote il mondo: «Basta bombe»

Il potere sconvolgente di queste immagini ha indotto l'inviato dell'Onu per la Siria, a chiedere una tregua per far cessare i bombardamenti
Il video del salvataggio del bimbo
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Omran, 5 anni, siede da solo su un'ambulanza, coperto di polvere nera e sangue. Ma non piange, non si muove, e gli occhi non hanno espressione. Evidentemente sotto shock, si limita a pulirsi per un momento il viso con una mano, che poi rimane a guardare con aria assente. Il video del bambino appena estratto dalle macerie di una casa bombardata ad Aleppo e diventato subito virale è l'immagine di un popolo che sembra destinato a subire passivamente l'immane violenza di una
guerra senza fine.

Omran, fanno sapere gli attivisti dell' Aleppo Media Center che hanno diffuso il video, è stato curato per una ferita alla testa e già dimesso. Ma altri cinque bambini sono morti insieme a tre adulti nel raid che ha colpito il quartiere di Qaterji, nella parte della città controllata dagli insorti e preso di mira dai governativi. È forse anche il potere sconvolgente di queste immagini che qualche ora dopo ha indotto l'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ad alzare la voce chiedendo nuovamente una tregua di almeno 48 ore che permetta ai convogli umanitari di raggiungere i civili in tutto il Paese. Una richiesta che la Russia, alleata di Damasco, ha detto di essere pronta ad accogliere, a partire dalla settimana prossima.

Per ora, ha affermato De Mistura, la priorità assoluta è quella di fare cessare i combattimenti. E per richiamare l'attenzione internazionale sulla tragedia che travolge i civili l'inviato dell'Onu è arrivato oggi a sospendere, per rinviarla alla settimana prossima, una riunione della Task Force umanitaria per la Siria. Continuare a discutere nella situazione attuale, ha affermato in un tono insolitamente irritato De
Mistura, «non ha senso».

La Russia ha risposto di essere pronta a raccogliere l'appello per un cessate il fuoco, a cui si sono uniti Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera della Ue, e il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni. Ma il portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenkov, ha sottolineato che i convogli umanitari dovranno raggiungere attraverso due direttrici sia le aree assediate in mano agli insorti sia quelle controllate dai lealisti. Le date specifiche, ha aggiunto il portavoce, dovranno essere decise in coordinamento con l'Onu.
 

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