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Eutanasia legale, la Corte costituzionale respinge il referendum

Per la consulta il quesito è inammissibile. Era quello che aveva raccolto più firme, oltre a un milione e 200mila
I membri dell'associazione Luca Coscioni fuori dal palazzo della Cassazione - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
I membri dell'associazione Luca Coscioni fuori dal palazzo della Cassazione - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La Corte costituzionale respinge il referendum sull’eutanasia legale dichiarando inammissibile il quesito che chiede di depenalizzare l'omicidio del consenziente.

In attesa del deposito della sentenza sull'eutanasia, l'Ufficio comunicazione fa sapere che la Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, «a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili». 

Il referendum sull’eutanasia legale, promosso dall’associazione Luca Coscioni, prevedeva l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale, omicidio del consenziente, cosa che avrebbe comportato l’introduzione dell’eutanasia legale. Era quello che aveva raccolto più firme tra i referendum presentati: oltre 1 milione e 200 mila, tra fisiche ed elettroniche.

Il comunicato sul sito della Corte Costituzionale
Il comunicato sul sito della Corte Costituzionale

«Questa per noi è na brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia» ha detto Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni, che a luglio aveva portato la raccolta firme anche a Brescia. «Sull'eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina». 

«Provo tanta tristezza pensando alle persone più vulnerabili le cui richieste resteranno inascoltate. Io ero sicura che la Corte avrebbe deliberato a favore di questo referendum e sono rimasta molto delusa. Rimane l'ultima speranza del Parlamento... Vorrei personalmente fare qualcosa per sensibilizzare al tema, non so ancora cosa» è il commento a caldo di Mina Welby. 

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