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Covid, le ricerche su Google prevedono i focolai

I ricercatori hanno analizzato le richieste ai motori di ricerca da marzo a giugno 2020 nei 50 stati americani attraverso Google Trends
Ricerche su Google (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
Ricerche su Google (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Analizzando le ricerche online di attività «a rischio assembramento» come gli orari dei cinema o le informazioni sulle palestre è possibile anticipare eventuali focolai di Covid di diversi giorni. Lo afferma uno studio su Social Network Analysis and Mining dell'università di New York. I ricercatori hanno analizzato le richieste ai motori di ricerca da marzo a giugno 2020 nei 50 stati americani attraverso Google Trends, realizzando due indici: uno di «mobilità», legato a domande come «il cinema più vicino» o «biglietti aerei» e uno di «isolamento», con richieste sulla consegna di cibo a casa o su corsi online. I dati sono stati confrontati poi con quelli dei contagi 10-14 giorni dopo i picchi nelle ricerche. In generale, scrivono gli autori, l'indice di movimento è risultato correlato a picchi nei nuovi casi in 42 dei 50 stati.

«Questo è il primo passo verso uno strumento che predice l'aumento dei casi sulla base delle attività ad alto rischio e sulle intenzioni riguardo alla mobilità - spiegano -. L'uso di questi dati «alternativi» non è nuovo, ed è stato applicato ad altri scopi, ad esempio in finanza per generare investimenti basati sui dati come le immagini satellitari di un parcheggio per dedurre i guadagni di una attività. La ricerca mostra che la stessa tecnica può essere applicata alla pandemia».

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