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Caso Ruby, Emilio Fede vuole chiedere la grazia a Mattarella

L'ex direttore di Tg1 e Tg4 si è sempre proclamato innocente rispetto al reato di favoreggiamento della prostituzione
Emilio Fede Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Emilio Fede Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Emilio Fede, condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per il caso Ruby bis, è intenzionato a chiedere la grazia al Capo dello Stato. «È un'idea che ha un senso e ci stiamo riflettendo» ha spiegato il suo legale, l'avvocato Salvatore Pino, dopo averlo incontrato oggi. Per l'ex direttore del Tg1 e del Tg4 nei prossimi giorni inizierà la detenzione domiciliare per scontare la prima parte della pena.

Fede, che si è sempre proclamato innocente rispetto al reato di favoreggiamento della prostituzione per le serate a luci rosse nella villa San Martino di Silvio Berlusconi ad Arcore, ha quasi 88 anni, e secondo il suo legale ci sono tutti elementi per i quali «ha un senso» la richiesta di grazia.


Venerdì scorso, Fede ha ottenuto dalla Procura generale milanese la sospensione dell'ordine di carcerazione con differimento della pena in attesa che la Sorveglianza col
giudice Gaetano La Rocca dia di fatto il via libera alla detenzione domiciliare, misura alternativa che a Fede può essere concessa perché ha più di 70 anni e il reato per cui è stato
condannato non è ostativo. Nell'istanza la difesa ha evidenziato anche motivi di salute e Fede ha chiesto al giudice di poter stare nella casa della moglie a Napoli.
Per lui, dunque, si aprirà nei prossimi giorni la strada dei domiciliari, regime detentivo con cui dovrà scontare almeno alcuni mesi, prima che la parte rimanente della pena arrivi a 4
anni, quando poi potrà chiedere l'affidamento in prova.

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