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Caso pm milanesi, Storari: «Quello che è successo è lunare»

Con il posticipo dell'udienza del 28 giugno al 7 luglio, è ripreso a Brescia il processo in cui è imputato Piercamillo Davigo
Il pm Paolo Storari in una fotografia di maggio 2021 - Foto Ansa/Fabrizio Cattina © www.giornaledibrescia.it
Il pm Paolo Storari in una fotografia di maggio 2021 - Foto Ansa/Fabrizio Cattina © www.giornaledibrescia.it
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Con un cambio di programma che ha portato a posticipare l'udienza del prossimo 28 giugno al 7 luglio, è ripreso a Brescia il processo in cui è imputato l'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo per il caso dei verbali di Piero Amara su una presunta loggia Ungheria. Oggi in aula c'è stato l'esame del pm Paolo Storari, co-indagato con Davigo e assolto il primo grado. A luglio invece sono previsti come testi alcuni componenti del Csm. 

Con la consegna dei verbali di Amara a Piercamillo Davigo «per me era stato avvertito il Csm. Sono andato da Davigo perché lo trovavo normale. Quello che è accaduto e sta accadendo, lo trovo lunare». È un passaggio delle dichiarazioni del pm di Milano Paolo Storari, convocato a Brescia come testimone assistito connesso, nel processo in cui Piercamillo Davigo, ex consigliere di Palazzo dei Marescialli, risponde di rivelazione del segreto di ufficio, stesso reato per cui Storari è stato assolto in primo grado, in abbreviato.

Nella sua ricostruzione il pubblico ministero, che più volte si è commosso, ha raccontato di aver sollecitato più volte le indagini sulle dichiarazioni rese da Amara e di aver trovato da parte dell'ex procuratore Francesco Greco e dall'aggiunto Laura Pedio, titolare del fascicolo di cui lui era coassegnatario, «un muro di gomma». «Non è stato fatto niente da dicembre 2019 fino a gennaio 2021. Perché non si voleva disturbare il processo Eni-Nigeria», istruito dal dipartimento affari internazionali , guidato dall'aggiunto Fabio De Pasquale, e ritenuto "fiore all'occhiello" dagli ex vertici dell'ufficio e che «faceva processi di serie A».  

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