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Caccia a Di Marzio, la legale degli ex terroristi canta vittoria

L'obiettivo sembra evidente: arrivare al 10 maggio, giorno in cui la pena a 5 anni e 9 mesi che deve ancora scontare sarà prescritta
Di Marzio
Di Marzio
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Maurizio Di Marzio è sempre latitante e il suo obiettivo è evidente a tutti: arrivare al 10 maggio, giorno in cui la pena a 5 anni e 9 mesi che deve ancora scontare sarà prescritta. L’antiterrorismo francese e gli esperti italiani sono sulle sue tracce: «Non ci rinunciamo» la promessa.

Prima giornata di ritorno a casa invece per gli altri 9 ex terroristi rossi dopo il fermo e la notifica della procedura di estradizione. Da mercoledì si comincia con i processi davanti alla Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello. Irène Terrel, la storica avvocata degli ’italiens’, che ha convinto Luigi Bergamin e Raffaele Ventura a costituirsi giovedì, sostiene di «non avere novità» da Di Marzio.

Spiega e difende la sua strategia di aver fatto costituire i due che non si erano fatti trovare per mostrare al giudice che tutti sono collaborativi e rintracciabili: «Sono stati rimessi tutti in libertà e abbiamo vinto una prima battaglia» dice la Terrel.

Sul fronte dell’antiterrorismo, si è consci che la battaglia in aula sarà senza esclusione di colpi: la convinzione degli inquirenti è che la rete di protezione degli ex terroristi italiani in Francia sia ancora attiva.

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