Italia e Estero

Accuse di corruzione, il cancelliere austriaco Kurz si è dimesso

«Un atto di responsabilità per non lasciare il Paese alla destra». E indica come successore il ministro degli Esteri Alexander Schallenberg
Il cancelliere austriaco Kurz durante la diretta tv con cui ha annunciato le sue dimissioni - Foto Ansa/Epa/Christian Bruna © www.giornaledibrescia.it
Il cancelliere austriaco Kurz durante la diretta tv con cui ha annunciato le sue dimissioni - Foto Ansa/Epa/Christian Bruna © www.giornaledibrescia.it
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A 35 anni da Kaiser Sebastian ad ex cancelliere: è la spettacolare parabola del leader del partito popolare austriaco. Travolto dall’inchiesta della procura anti-corruzione di Vienna, Kurz si è dimesso. «Le accuse sono false e lo dimostrerò», ha annunciato in diretta tv, per poi però aggiungere che «sarebbe irresponsabile lasciare il Paese nel caos e nello stallo, come sarebbe irresponsabile l’esperimento di una coalizione a quattro che dipenderebbe dalle grazie dell’ultradestra di Herbert Kickl. Pongo l’interesse del Paese davanti al mio». Kurz ha annunciato di aver proposto al presidente Alexander Van der Bellen come successore il ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg, nel tentativo di continuare a garantire al suo partito la guida del governo che altrimenti passerebbe inevitabilmente in altre mani.

Il giovane leader del partito popolare ha collezionato nel giro di pochi anni una lunga serie di primati: a 24 anni è stato il più giovane sottosegretario, a 27 il più giovane ministro degli Esteri e ad appena 30 ha assunto la guida dell’Oevp. A 31 è diventato cancelliere e ora, ad appena 35 anni, è probabilmente il più giovane ex capo del governo a livello internazionale. Sbaglia comunque chi pensa che la sua carriera si fermi qui: potrebbe essere solo un passo di lato, e non indietro. Kurz infatti si è già ripreso il potere una volta dopo aver lasciato momentaneamente la cancelleria a causa della caduta dell’allora alleato di ultradestra Heinz Christan Strache, travolto dall’Ibiza-Gate. Ne seguì un esecutivo tecnico ma un anno e mezzo fa Kurz ha poi formato l’attuale governo con i Verdi (una novità assoluta, per molti impensabile) ed è tornato a galla.

Ora sono stati proprio gli ecologisti a farlo cadere. Troppo pesanti i reati ipotizzati dalla procura anti-corruzione su sondaggi pilotati a favore dell’Oevp ed inserzioni, il tutto pagato dal ministero delle Finanze, cioè con soldi pubblici, quando Kurz non era ancora capo del governo ma stava preparando la sua ascesa. Il giovane leader dei popolari, che ha addirittura cambiato il colore del suo partito (da nero a turchese), poco dopo le 19.30 si è presentato davanti alle telecamere per annunciare le dimissioni. Ha accusato l’ormai ex partner di coalizione, i Verdi, di aver posto il veto sulla sua persona. «Non è la prima volta che un politico è indagato, sarebbe bello però se la presunzione di innocenza valesse per tutti», ha osservato.

Quindi ha ringraziato il suo partito per la lealtà e i cittadini per le manifestazioni di stima e di sostegno. Le sue dimissioni, ha sottolineato, sono state presentate esclusivamente per non abbandonare il Paese al caos e a un governo a quattro con l’ultradestra Fpoe, ex partner di coalizione e ormai nemico numero uno di Kurz. Il 35enne non lascia comunque la politica: resterà infatti capogruppo in parlamento e leader dell’Oevp, due ruoli importanti attraverso i quali continuerà ad influenzare in modo decisivo l’agenda politica.

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