È tutto un equilibrio tra l’intelligenza artificiale e lo studio
Come sfruttare al meglio l’Ai facendo capire che non si può delegare il pensiero critico, lo studio e l’approfondimento ad altri?

Una persona alle prese con ChatGpt
Quando penso all’intelligenza artificiale a scuola mi viene in mente quell’alunno di un’amica che ha presentato un testo su Dante che avrebbe meritato un 9, se non fosse che l’insegnante si è accorta della dicitura in calce che denunciava l’intervento della macchina nella stesura. E allora mi chiedo come è possibile prendere ciò che di positivo ci dà l’Ai e far capire (perché proibire avrebbe l’effetto contrario) che non si può delegare il pensiero critico, lo studio e l’approfondimento ad altri
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