In treno verso Milano tra incuria e disagi

Quarta tappa del viaggio sui treni usati dai pendolari: ancora una volta la situazione è desolante
AA

Mercoledì il treno delle 6.56 diretto a Milano è partito da Brescia in orario. Il fatto è di per sé una notizia: non capita di frequente che i convogli della tratta Brescia-Milano rispettino la tabella di marcia. Lo sanno bene i pendolari che hanno viaggiato con noi: «Uno dei problemi di questa linea sono i ritardi - afferma un quarantenne diretto a Milano per lavoro -. La stessa azienda ammette il disagio: da qualche mese l’abbonamento viene scontato».

A questa prima seccatura se ne aggiungono (almeno) altre due: la mancanza di igiene e il sovraffollamento. Il primo problema sta molto a cuore a una signora: «Vomito, rifiuti... ormai non ci stupiamo di nulla - commenta la pendolare -. I treni la notte vengono ricoverati nella stazione di Brescia e talvolta c’è qualcuno che li utilizza come dormitorio. La mattina, se non vengono puliti bene, noi pendolari troviamo le sorprese». Per far fronte alla questione «da un mese - aggiunge un controllore - è stato ripristinato il servizio di vigilanza notturna». Vedremo col tempo se sotto questo profilo è efficace.

Il secondo problema, dicevamo, riguarda il sovraffollamento. Basta fare un viaggio per accorgersene. Anche se spesso vengono utilizzati treni a due piani, le carrozze partono piene già dalla stazione di Brescia. Figuriamoci poi quando iniziano a salire gli studenti e i lavoratori nelle stazioni di Rovato, Chiari, Romano e Treviglio. Trovare un posto è un miraggio: ci si deve accontentare di sedersi sui gradini (dei vagoni a due piani) o di stare in piedi nei corridoi.

I treni, insomma, hanno i loro problemi, ma anche le stazioni non scherzano. Chi frequenta quella di Rovato non può non notare lo stato di abbandono (e degrado) in cui versano il vecchio deposito delle locomotive e il vicino ex consorzio agrario. Un problema simile ce l’ha anche la stazione di Chiari. Gli spazi esterni e il sottopasso sono stati appena risanati e messi in sicurezza (tinteggiatura, videosorveglianza, nuovi cancelli... ), ma l’ex magazzino è ancora il regno del degrado. Nonostante le ringhiere e i divieti c’è qualcuno che vi accede. Il Comune aveva grandi progetti per questo ambiente, ma nulla si è mai tradotto in realtà.

La stazione di Chiari condivide poi un problema con quella di Romano: l’assenza di un bar. Nel primo caso però questa lacuna sta per essere colmata: un clarense nei giorni scorsi si è aggiudicato il bando per l’affidamento dell’esercizio chiuso dall’estate del 2012. A Romano, invece, il problema si riflette sull’acquisto dei biglietti: mentre a Chiari si possono acquistare nel punto vendita gestito dal «Nucleo», a Romano è necessario affidarsi alla biglietteria interna (con orari limitati) e ai distributori automatici che troppo spesso sono fuori servizio. Nel viaggio verso Milano il treno fa tappa anche a Treviglio. La stazione è stata riqualificata: la sala d’attesa è spaziosa, i bagni e la biglietteria sono nuovi, c’è un ascensore e si può pure bere un caffè al bar.

Barbara Bertocchi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia