«Ci mettiamo faccia e sangue, abbiamo paura»

Raffaele Stea il giorno dopo l'aggressione alla stazione della metro: «Conosciamo chi mi ha spinto. E' senza biglietto da due anni»
Il controllore esasperato: "Adesso basta"
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«Ho ancora paura». Il giorno dopo l’aggressione subita sul metrò, Raffaele Stea, il controllore ricoverato in ospedale per una brutta ferita alla testa rivede davanti agli occhi la scena che difficilmente potrà dimenticare.
 
Il passeggero salito a bordo senza aver pagato è una vecchia conoscenza: «Da due anni lo troviamo regolarmente sulla metropolitana senza biglietto». Domenica, però, il controllo è finito male. Dopo avere avvertito la centrale e le forze dell’ordine, Stea, assieme a un collega, si è trovato di fronte l’uomo che voleva scappare.
 
Nella fuga, però, il portoghese abituale ha spintonato il controllore facendogli battere la testa per terra. Uno shock, accompagnato da sangue e rabbia: «Siamo tutti arrabbiati, non è possibile andare avanti così».
Stea racconta che tra i colleghi la pazienza è giunta al limite e non esclude forme di protesta in futuro. Sciopero compreso? «Sì».
 
Qualsiasi cosa pur di avere più sicurezza. Attraverso i controlli della polizia locale, ad esempio. Il problema è anche legato alla facilità con cui si può salire sul metrò senza biglietto: «Facciamo controlli a campione su tutta la linea, ci sono diciassette fermate, è impossibile verificare tutti i passeggeri». Quando tornerà al lavoro avrà ancora paura? «Sì, siamo noi a metterci la faccia e, come nel mio caso, il sangue. La sera vorremmo tornare a casa sani e salvi».
 
Emanuele Galesi 

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