Futuro Lab a Darfo Boario Terme: visioni e opportunità della Valcamonica

Gabriele Gregorini (redazione Hub)
L’evento che ha riunito studenti, professionisti, rappresentanti istituzionali e imprenditori, incentrandosi soprattutto sul ruolo centrale dei giovani
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A Darfo Boario Terme si è tenuto un importante incontro promotore di idee e proposte: il Futuro Lab. Un evento che ha riunito studenti, professionisti, rappresentanti istituzionali e imprenditori per discutere del futuro della Valle Camonica, incentrandosi soprattutto sul ruolo centrale dei giovani. In un contesto segnato da un forte senso di urgenza e dalla necessità di un patto intergenerazionale, l’iniziativa ha messo in luce dati concreti e intenzioni forti, offrendo uno sguardo approfondito sulle dinamiche che stanno ridisegnando il tessuto socio-economico del territorio.

Un progetto nato da dati e risposte

Questo incontro è stato il risultato di un percorso iniziato con un ampio questionario, che ha raccolto ben 1500 risposte da giovani del territorio. Questo strumento di ascolto ha permesso di far emergere tematiche cruciali per il futuro: dall’importanza di attivare connessioni sincere tra il mondo della politica e quello delle imprese, alla necessità di rompere il clima di stagnazione che da troppo tempo caratterizza la realtà locale. Solo lavorando insieme – giovani, istituzioni e mondo produttivo – si potrà rinnovare il territorio. Il progetto, orientato a creare un vero patto intergenerazionale, si propone di rivedere schemi e modalità di interazione, evidenziando come l’energia dei giovani rappresenti una risorsa imprescindibile per il rilancio della Valle Camonica..

Un cambiamento imminente

Uno dei messaggi più forti emersi durante l’incontro è stato quello espresso dal professor Giuliano Noci: «Oggi siamo qui per creare un patto intergenerazionale. Dobbiamo prendere coscienza di ciò che possiamo fare insieme e attivare nuove connessioni tra la società e il mondo dei giovani».

Noci ha evidenziato come i momenti di transizione storica e i rapidi cambiamenti tecnologici che stiamo vivendo abbiano ampliato le divergenze tra generazioni. In questo scenario, la politica appare intrappolata in sistemi superati, incapace di incarnare la velocità e la dinamicità richieste da una società in evoluzione. Al contrario, il mondo delle imprese, seppur una volta capace di esercitare notevoli pressioni, oggi non trova allo stesso modo le personalità pronte a investire e innovare in Italia. Questo confronto ha messo in luce il concreto rischio di essere travolti da una spirale di stagnazione. L’appello è forte: non possiamo più permetterci di subire passivamente i cambiamenti, ma dobbiamo agire con un «nuovo schema di gioco» che coinvolga attivamente i giovani e le loro aspirazioni.

I protagonisti

Giovani che sono stati protagonisti di tutta la giornata, illustrano i risultati del sondaggio proposto, commentandoli e ponendo domande agli imprenditori e alle figure di spicco del territorio. Nel dettaglio, i ragazzi all’evento erano (nella foto qui di sotto, da sinistra verso destra): Yousra Nachit (istituto Meneghini di Edolo), Sara Fontana e Letizia Leali (liceo Golgi di Breno), Amir Naji (Olivelli Putelli di Darfo), Fabio Rivadossi e Michele Salari (Tassara Ghislandi di Breno) e Mattia Fumagalli (Ivan Piana di Lovere).

Futuro Lab a Darfo Boario Terme
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I dati che parlano: uno specchio della realtà

La raccolta dati ha messo in evidenza numerosi aspetti critici, ma anche interessanti spunti di riflessione. Alcuni numeri parlano chiaro:

  • Il 75% dei ragazzi non conosce le opportunità offerte dal territorio.
  • Il 63% ritiene che queste non offrano vantaggi competitivi né buone prospettive di carriera.
  • Il 69% dei giovani percepisce limitate prospettive nella loro Valle.

Inoltre è emersa anche una forte sensibilità in merito alle opportunità e alle divergenze di genere presenti sul territorio. I risultati del sondaggio indicano come le ragazze tendano a proseguire negli studi e ad abbandonare più facilmente il loro territorio, mentre i giovani maschi preferiscono entrare a contatto con il mondo del lavoro, rimanendo in Valle. Il confronto ha fatto emergere l’urgenza di un ripensamento dell’offerta formativa e degli strumenti di orientamento, per promuovere azioni concrete e formative che possano invertire la tendenza della fuga di cervelli.

Sfide e opportunità: un dialogo aperto tra giovani e imprese

L’incontro ha dedicato ampio spazio al rapporto fra giovani e imprese. La visione condivisa emerge in modo netto: esiste una percepita distanza fra le aziende, spesso viste come realtà tradizionali, con ambienti di lavoro rigidi e modelli organizzativi datati, e le aspettative dei giovani, che puntano a un modello imprenditoriale flessibile e moderno. Ha sottolineato il professor Noci: «Il mondo giovani e il mondo imprese vivono delle distorsioni. Le aziende spesso credono che i giovani non abbiano voglia di lavorare, mentre questi ultimi non vedono nelle imprese la capacità di offrire le opportunità che cercano».

Proposte concrete sono state avanzate per creare una comunità di scuole e una comunità di imprese, in modo che le due realtà possano interagire e avvicinarsi attraverso progetti condivisi. La necessità di integrare le esperienze formative tradizionali con iniziative pratiche, come il Pcto (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), è emersa con forza. Le attività svolte nelle scuole – dall’apprendimento della sicurezza ai laboratori, fino alle esperienze all’estero – devono essere ripensate in ottica collaborativa, per garantire ai giovani una formazione che vada oltre il semplice apprendimento teorico e che rispecchi le realtà del mondo del lavoro.

Pcto: un ponte fra scuola e azienda

Uno degli strumenti proposti per ridurre il divario tra formazione e lavoro è il potenziamento dei percorsi Pcto. Le esperienze pratiche, adottate già in molte scuole, possono costituire un vero e proprio trampolino di lancio per il futuro dei giovani. Durante l’incontro, Roberta Pugliese (preside dell’istituto Tassara Ghislandi di Breno), Paola Abondio (preside dell’istituto Olivelli Putelli di Darfo) e Celestina Zandonai (preside dell’istituto Ivan Piana di Lovere) hanno illustrato come il Pcto offre ai ragazzi la possibilità di imparare direttamente in azienda attraverso stage, progetti di volontariato e persino esperienze internazionali. Questo non solo valorizza il percorso scolastico ma risponde anche alle esigenze del mercato del lavoro, dove il possesso di competenze trasversali è sempre più apprezzato.

Orientamento e scelte: le priorità dei giovani

Una parte significativa del laboratorio è stata dedicata all’analisi dei dati riguardanti le priorità espresse dai giovani. Tra le scelte ritenute fondamentali, emergono:

  • Stipendio: visto come un parametro essenziale non solo per garantire un’indipendenza economica, ma anche per valorizzare il proprio impegno e restituire, in parte, i sacrifici familiari.
  • Clima lavorativo: un ambiente positivo e motivante è ritenuto determinante per lo sviluppo di una carriera soddisfacente.
  • Flessibilità oraria: essenziale per conciliare vita privata e lavoro, qualità sempre più richiesta in un’epoca in cui l’equilibrio tra carriera e tempo libero diventa cruciale.

Gli interventi di Sara Fontana e Michele Salari hanno delineato un quadro chiaro: un terzo degli intervistati si mostra insoddisfatto dei percorsi educativi attuali, mentre il 18% dei giovani ha dichiarato di essere già deciso a lasciare la Valle in cerca di opportunità migliori.

Questi dati, sebbene preoccupanti, offrono uno spunto importante per ristrutturare il dialogo fra istituzioni e realtà imprenditoriali e per progettare interventi mirati che possano restituire fiducia nel territorio.

Il contributo delle imprese e le nuove iniziative

La partecipazione attiva degli imprenditori al convegno ha evidenziato un cambiamento di paradigma: le aziende stanno iniziando a comprendere che attrarre giovani talenti significa investire in progetti di innovazione e di formazione mirata. Ad esempio, il progetto Limes farm, in collaborazione con Asso Camuna, si propone di formare giovani imprenditori attraverso percorsi formativi innovativi. Si è parlato anche di altre iniziative recenti come «Piana for Job», che mira a far conoscere le realtà locali direttamente nelle scuole. Questo scambio tra il sapere teorico e l’esperienza pratica rappresenta la chiave per un futuro in cui il territorio non è visto come un limite, ma come una risorsa da valorizzare.

Futuro Lab a Darfo Boario Terme
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Il dialogo tra giovani, imprenditori e presidi al centro dell’incontro

Altri interventi hanno sottolineato la necessità di colmare il gap comunicativo fra le aziende e il mondo dei giovani. Giorgio Buzzi, presidente di Asso Camuna, ha richiamato l’attenzione sull’assenza di una strategia di comunicazione efficace per attrarre i talenti, un problema che si intreccia con le carenze di visibilità sulla gamma di opportunità offerte dalla Valle.

Il ruolo delle famiglie e la pressione dei social

Un ulteriore aspetto emerso riguarda il dualismo tra l’influenza dei social media e il ruolo tradizionale della famiglia nell’orientamento delle scelte. Nonostante il 97% dei giovani si informi online, la realtà decisionale resta fortemente legata ai consigli e alle aspettative dei genitori, che vengono percepiti come più affidabili rispetto alle informazioni digitali.

I commenti raccolti hanno evidenziato diverse opinioni: da una parte, la consapevolezza che «i social non danno risposte soddisfacenti», mentre dall’altra, la sensazione che «i genitori mi conoscono meglio dei social». Questa dinamica, se da un lato garantisce un supporto emotivo e familiare, dall’altro può limitare la libertà di scelta individuale, soprattutto in un contesto in cui le opportunità vengono vissute e interpretate in maniera molto diversa tra le generazioni.

La visione dei professionisti: tornare al territorio con esperienza

Il laboratorio ha dato voce anche a professionisti che, con il loro percorso personale, hanno scelto di ritornare in Valle per contribuire attivamente al suo sviluppo. Nadia Pasinetti, medico in ASST, ha raccontato il suo percorso: «Ho studiato due anni all’estero a Parigi, ma poi sono tornata in Valle, dove ho potuto realizzarmi e costruire opportunità di carriera uniche». Mauro Vanoli, imprenditore nel settore informatico, ha affermato come le competenze acquisite all’estero siano state fondamentali per «ridare al mio territorio quello che ho imparato», esprimendo così una forte volontà di innovare dalla base. Anche Paolo Parolini, operante nell’edilizia, ha sottolineato l’importanza della rete e della collaborazione fra imprenditori, invitando i giovani a trarre ispirazione dalle eccellenze camune presenti in tutto il mondo. Queste testimonianze rafforzano il messaggio che talento ed esperienza non devono necessariamente condurre verso l’esodo, ma possono diventare strumenti di trasformazione, contribuendo a rendere il territorio sempre più attrattivo e dinamico.

Progetti futuri: una nuova tabella di marcia per il territorio

Un tema centrale del Futuro Lab è stato quello di costruire un vero e proprio progetto per il rilancio della Valle, che partisse dall’esperienza di oggi per trasformarsi in iniziative concrete nel breve termine. In questo ambizioso percorso è previsto un evento orientativo il 26 settembre 2025, che si articolerà in diverse fasi.

La prima fase sarà dedicata alla conoscenza delle potenzialità territoriali, seguita da una fase in cui si cercherà di creare sinergie con importanti influencer. Successivamente verranno presentate le aziende e i professionisti attivi sul territorio, per poi organizzare gruppi di lavoro che raccolgano testimonianze e producano video divulgativi, destinati anche a una diffusione oltre i confini della Valle. L’obiettivo, come ha sottolineato il rappresentante Gianni Macario della Fedabo, è quello di dare vita a una rete capace di supportare il Pcto e implementare un project work che possa mostrare alla comunità i risultati tangibili di un impegno collettivo.

Riflessioni finali: agire oggi per il domani

Questo incontro non è stato soltanto uno spazio di confronto, ma un vero e proprio invito all’azione. I giovani hanno espresso la necessità di liberare la propria energia, di uscire dalla passività indotta dai social media per prendere in mano la situazione e dare un contributo attivo al cambiamento. È emersa l’urgenza di un nuovo modello sociale, dove la flessibilità oraria, un ambiente di lavoro positivo e, ovviamente, uno stipendio adeguato vengano messi al centro delle politiche aziendali e istituzionali. L’appello è stato chiaro: «Lavorare tanto non significa lavorare bene» e il benessere sul posto di lavoro va considerato insieme alla qualità della vita.

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Conclusioni: una chiamata all’azione per tutti

Il Futuro Lab ha rappresentato un momento di confronto e di profonda riflessione sul ruolo dei giovani nel plasmare il futuro della Valle. Non si è parlato soltanto di statistiche e dati, ma soprattutto di una voglia irrefrenabile di dare forma a un territorio che, pur presentando evidenti criticità, offre enormi potenzialità. Le parole dei relatori, il fervore dei giovani partecipanti e il contributo degli esperti sono un chiaro segnale che il cambiamento è possibile, purché ci si impegni con determinazione.

Un invito rivolto non solo ai giovani, ma anche a istituzioni e imprese: un invito a rivedere i vecchi schemi, a colmare divari e a investire in un futuro che sia al passo con i tempi e che sappia valorizzare le eccellenze locali. Come ben affermato «se avete cuore il vostro futuro e il vostro territorio, non potete rimanere fermi: l’energia che oggi si è fatta sentire deve tradursi in iniziative concrete, in progetti che recuperino la fiducia e costruiscano insieme una nuova identità per la Valle».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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