Hub della conoscenza: entro luglio le adesioni in base ai servizi

Dopo le presentazioni, le riflessioni, l’imponente raccolta dati, la conseguente analisi, è ora il tempo di passare alla fase operativa. Giuliano Noci, direttore dell’Hub della conoscenza annuncia con soddisfazione le prossime tappe: «Il nostro report è a disposizione di tutti i sindaci della Bassa, e ovviamente non solo per loro: è una fotografia della realtà che lascia pochi dubbi interpretativi». In grande sintesi: i Comuni piccoli fanno sempre più fatica a gestire i servizi.
È corretto? «È esattamente così, per molteplici motivi: di bilancio e di competenze del personale principalmente, ma aggiungerei anche per mancanza di personale». Un esempio, quando i tecnici del Comune vanno in pensione ci si trova nell’impossibilità di sostituirli. Perché? Perché i bandi vanno praticamente deserti, e quando trovano partecipazione non c’è nessuno all’altezza delle competenze richieste.
Le possibili soluzioni
Per molti servizi il numero di abitanti necessario per gestirlo con efficienza supera le 50mila persone. La riflessione successiva è subito detta: la strada da imboccare è quella di unirsi o affidarsi a professionisti forniti da un consorzio. E proprio la creazione di un consorzio sarà molto probabilmente la soluzione che verrà messa in campo dall’Hub della conoscenza. «Dopo aver rielaborato i dati ricevuti dagli uffici dei vari Comuni – prosegue Noci –, entro fine luglio conteremmo di avere le adesioni dei vari enti in base ai vari servizi che gestiscono con difficoltà. Successivamente penseremo a una start up che risponda al meglio alle esigenze che vogliamo affrontare e gestire al meglio. Il tutto nell’ambito di un consorzio».
Quindi una macchina operativa che offra ai comuni competenze, soluzioni e gestione ottimale dei vari servizi. Nell’ambito dei 43 paesi di competenza dell’Hub della conoscenza sono già presenti forme di collaborazione, ci sono due Unioni dei Comuni. Ma non solo, sul territorio sono presenti però altre collaborazioni, a geometria variabile, che coinvolgono in totale 85 Comuni, quindi anche molti fuori dall’ambito di azione dell’Hub della conoscenza.
L’esternalizzazione
I Comuni più grandi ricorrono in modo significativo all’esternalizzazione, spesso con costi superiori al milione di euro, in particolare per: servizi di raccolta rifiuti, mense scolastiche, servizi sociali e scolastici. I Comuni medi e piccoli utilizzano l’esternalizzazione in modo mirato, concentrandosi su: tributi, stipendi e gestione del personale, consulenze tecniche e legali. I Comuni più piccoli esternalizzano spesso servizi tecnici e contabili per la mancanza di competenze interne e risorse strutturate.
L’idea dell’Hub della conoscenza è un ulteriore passo avanti, è la proposta di uno strumento agile ed efficace che offra soluzioni ottimali. «Liberati da questioni meramente gestionali – aggiunge Noci – i sindaci potranno tornare a fare il loro vero lavoro: pensare al futuro dei loro paesi, per renderli sempre più attrattivi». Noci parla della Bassa come di una «civitas terrae et aquae», una comunità che cresce tra radici e flussi di vita. Una comunità cui l’Hub della conoscenza si mette al servizio.
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