Stop ai motori termici dal 2035: l'auto è morta, viva l'auto
I giochi sono fatti, che piaccia o meno. Con l’accordo sui carburanti sintetici tra Commissione europea e Germania lo stop alla vendita di auto a benzina e Diesel dal 2035 è cosa ormai certa. Mancano ancora alcuni passi formali ma la linea dell’opposizione alla misura, portata avanti da Polonia, Bulgaria, Ungheria e soprattutto Italia, ha perso. Con l’ok della Germania non si potrà mai formare quella minoranza di blocco prevista dalla normativa europea.
La direttiva si farà, esattamente come è arrivata sul tavolo del Consiglio europeo e con la modifica che permetterà di «salvare» gli e-fuels. Questa situazione pone di fronte a tre evidenze.
La prima è che la linea dell’Unione europea, messa nero su bianco con il Green Deal e il pacchetto Fit for 55, è netta e che la Commissione non ha alcuna intenzione di deviare dalla rotta intrapresa che porta verso un’economia sempre più carbon neutral. La seconda riflessione invece porta invece ad affrontare il tema dei carburanti sintetici prodotti combinando chimicamente idrogeno e anidride carbonica. Ancora non sono disponibili sul mercato e, anche quando lo saranno, verosimilmente rimarranno molto costosi. Il fatto che siano stati «salvati» rappresenta una vittoria per la Germania, principale industria europea e leader nel comparto automotive. Quest’ultimo elemento porta alla terza evidenza, che riguarda in prima persona l’Italia. Il nostro Paese esce sconfitto da questo braccio di ferro con l’Europa. Ciò però non deve gettare nello sconforto, anzi.
La Germania è infatti il mercato di riferimento per l’industria italiana, e nello specifico della manifattura bresciana. Ciò significa che dove va lei dobbiamo andare noi, con buona pace dei paladini del motore termico. L’economia si è sempre contraddistinta per la grande pragmaticità, dote ora più che mai fondamentale per affrontare i cambiamenti di un intero settore industriale.
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