Perché TikTok è diventato una miniera d’oro per l’Italia e per le sue Pmi

Secondo la ricerca di Oxford Economics il contributo al Pil nazionale derivante dall’attività sul social è stato di un miliardo di euro in termini di valore aggiunto
TikTok su uno smartphone - © www.giornaledibrescia.it
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Che piaccia o meno bisogna farci i conti, in tutti i sensi. Dal suo lancio nel 2016 in Cina, nel 2018 in Europa, il social TikTok è divenuto rapidamente non solamente un mezzo di svago per persone di tutte le età ma anche uno strumento per far crescere diversi settori produttivi, nonché le aziende ad essi collegate.

Le tante «battaglie» aperte in giro per il mondo lo testimoniano, vedasi il caso degli Stati Uniti che interseca sicurezza nazionale e risvolti economici, e i numeri lo confermano. Se infatti la piattaforma è la terza più «popolosa» con 1,56 miliardi di utenti a febbraio 2024 (135 milioni quelli attivi ogni mese in Ue, 20 milioni in Italia) dopo Facebook (2,19 miliardi) e Instagram (1,65 miliardi), il suo impatto in termini sociali, di costume ma anche produttivi è impressionante.

La ricerca

Per quantificare quest’ultimo aspetto giunge in aiuto un recente studio, chiamato «The TikTok effect», realizzato dalla società di consulenza Oxford Economics. Il report prende in esame l’effetto del social in cinque diversi Paesi dell’Unione europea (Italia, Germania, Francia, Belgio e Paesi Bassi), focalizzandosi in maniera specifica sui risvolti per il business delle piccole e medie imprese.

«Le aziende che usano TikTok possono investire nella pubblicità a pagamento e nel creator marketing per ottenere rapidamente un’esposizione diretta, ma possono anche crescere organicamente senza investimenti sostanziali e limitandosi a utilizzare la gamma di servizi - si legge nella ricerca -. Le Pmi si trovano in una posizione particolarmente favorevole per promuovere la propria crescita, date le scarse barriere di accesso alla piattaforma e un algoritmo progettato per consentire agli utenti di scoprire i brand meno noti».

Pil

E nel 2023 nei cinque Stati il contributo al Pil in termini di valore aggiunto lordo derivante dall’attività delle Pmi su TikTok è stato di 4,8 miliardi di euro

In Italia questa cifra ha toccato quota un miliardo, in Germania 1,5 miliardi, in Francia 1,4 miliardi, nei Paesi Bassi 600 milioni e in Belgio 300 milioni. A ciò si aggiunge, secondo Oxford Economics, l’impatto in termini occupazionali: ha garantito 51.100 posti di lavoro, dei quali 11.300 nel nostro Paese.

Dove è utilizzato

Per quanto concerne i settori gli analisti evidenziano come Food & beverage (ambito che trae i maggiori benefici da TikTok), Moda, Arte, cultura e musica, Salute, bellezza e fitness e altri beni di consumo siano quelli dove i brevi video sono maggiormente sfruttati. Nessun accenno ovviamente all’ambito manifatturiero che risulta quasi estraneo a questo trend. Nei cinque comparti in oggetto invece la quota di Pmi nel nostro Paese che utilizza TiKTok almeno una volta al mese è del 47% (la media Ue è 50,6%).

Ma come lo usano? Principalmente l’account serve per pubblicare contenuti per conto dell’azienda, così come sostenuto dalle realtà economiche interpellate dai ricercatori (Chris Warner, Elliot Heaton e Max Vickers). Il secondo utilizzo più comune, indicato dal 45% delle Pmi, è invece riconducibile all’ambito del creator marketing, seguito in terza posizione dalla pubblicità a pagamento.

E come si diceva complessivamente tutte queste attività hanno contribuito al Pil di Italia, Germania, Francia, Belgio e Paesi Bassi per 4,8 miliardi di euro in termini di valore aggiunto. Tale apporto si compone di tre diversi aspetti cioè un impatto diretto derivante dall’utilizzo (2,1 miliardi), uno indiretto collegato allo stimolo della domanda lungo la catena di fornitura (1,6 miliardi) e infine la ricaduta sull’economia reale tramite acquisto di beni e servizi (1,1 miliardi).

Nel mondo

A fronte di questi numeri, significativi e destinati a crescere, appare quindi evidente come TikTok non sia meramente un fenomeno ludico o di intrattenimento ma si pone sempre più come canale di comunicazione con gli utenti e quindi con potenziali clienti.

Ecco perché, oltre ai più manifesti ed esplicitati motivi di sicurezza nazionale, la Camera degli Usa ha approvato una legge che impone alla società cinese ByteDance (proprietaria della piattaforma) di vendere TikTok entro sei mesi per permettere che resti disponibile sul suolo americano.

Anche perché i dati ai quali ha accesso il social, i cui algoritmi sono noti solo a ByteDance e alla Repubblica popolare cinese, sono una miniera d’oro. Ma qui si apre un altro capitolo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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