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Nuove tecnologie a bordo: le insidie dell’auto 4.0

La definizione di boomer ironizza su di chi va in tilt. La soluzione? Leggere il libretto delle istruzioni
Le auto moderne sono sempre più accessoriate
Le auto moderne sono sempre più accessoriate
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Boomer. Il termine inglese, non troppo carino a dire il vero, sta ad indicare gli over 50 che hanno qualche difficoltà a destreggiarsi con le nuove tecnologie. Ma quando si sale in macchina, però, il problema si rivolta contro anche a chi non è entrato nell’età degli «anta». Le auto moderne, infatti, soprattutto quelle dotate di sistemi sempre più interattivi, offrono una gamma di comandi così ampia da diventare degna di un ciclo di formazione pre-guida. Le conseguenze per l’automobilista cambiano in funzione dell’età: se fra gli «anta» prevale la rassegnazione («ci riproverò, o passo dal concessionario») per i più giovani la questione diventa di principio, quasi esistenziale.

Pensiamoci bene. Da molte autovetture è scomparso anche ciò che credevamo intramontabile, ovvero l’asticella flessibile per misurare il livello dell’olio. Sostituita da un comando, da un’impostazione sullo schermo touch screen. E così entrano in campo tante variabili per ottimizzare l’auto da diventare addirittura motivo di distrazione alla guida. Orientarsi è quindi problematico. Spesso i comandi vocali, quando previsti, danno una mano, ma non sono risolutivi.

Per questo motivo le case automobilistiche stanno cercando di correre ai ripari, ponendo le premesse per software personalizzati sulle caratteristiche della gamma e, si spera, più semplici nella comprensione d’utilizzo. La questione si può risolvere con un poco di applicazione iniziale, ma in alcuni casi diventa problematica tanto da dover disturbare anche la psicologia che, soprattutto negli Usa, inizia a dettare le regole per un nuovo approccio all’automobile. Il problema - si dice - consiste nella riluttanza al cambiamento, ma in parecchi casi la soluzione consiste nel fare una cosa... inedita: leggere il libretto d’uso e manutenzione.

 

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