Musica e intelligenza artificiale: gli «Aisis» e i baci in Futurama

La notizia è di questi giorni. Una sconosciuta band inglese, tali Breezer, ha pubblicato on-line il disco «The Lost Tapes/Vol.1». Otto canzoni scritte dai componenti, pienamente nello stile degli Oasis tra il 1994 e il 1997. Quelle chitarre, quei pattern di batteria, quel muro di amplificatori Marshall, quel modo di far girare le melodie sulle progressioni degli accordi. Il tocco definitivo è stato dato dall’intelligenza artificiale, grazie alla quale i Breezer hanno riprodotto in modo ultra-fedele la voce di Liam Gallagher.
La potenza, il timbro, le vocali strascicate, la sfacciataggine. Risultato: ecco gli Aisis, ossia gli Oasis (scioltisi nel 2009, e da allora i fan pregano per una reunion) ricreati attraverso l’Ai e le ultime frontiere della tecno-simulazione. L’esito è sbalorditivo. Proprio come spiegano gli stessi Breezer: «È come se i Gallagher avessero tenuto un disco nel cassetto per 25 anni, e noi lo avessimo ritrovato».
Gli scenari futuribili (ma evidentemente il futuro è già qui) dal punto di vista musicale sono infiniti. E, naturalmente, suscitano riflessioni. L’elemento forse più rilevante è sempre legato alla possibilità di rendere sperimentabile l’«insperimentabile», fruibile l’«infruibile». Stiamo per venire invasi da album scritti da amatori, ma cantati dalla voce di John Lennon? A qualcuno verrà in mente di produrre un brano inedito sul quale far duettare star a suo piacimento? Il signor Mario Rossi, featuring Elvis Presley & Michael Jackson? Sarà un arricchimento o una totale deriva?
Viene in mente una puntata del geniale cartone animato Futurama, ideato da Matt Groening, già papà dei Simpson, e ambientato in un futuro distopico. Nel quale gli uomini potevano decidere di fidanzarsi con un robot con le sembianze di dive (Marilyn Monroe, Lucy Liu...) riprodotte in serie, evitando le fatiche e le frustrazioni di un corteggiamento reale. Risultato? Maschi appagati, che però morivano decrepiti e soli, sbaciucchiando imperterriti la loro tecno-dea, eternamente giovane e bellissima. Ma finta.
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