Monticolor e Montecolino, moda e arredo green a Brescia

L’impegno per la sostenibilità nell’industria tessile non riguarda solo le multinazionali, spesso in realtà ancora oggetto di «tirate d’orecchie» da parte degli ambientalisti, ma anche le imprese più piccole, protagoniste talvolta di progetti originali e che veramente colgono nel segno quando si parla di transizione ecologica.
«Reverso»
Nel Bresciano un’importante realtà del tessile è Monticolor, azienda di circa 50 dipendenti con sede a Montirone, che dal 1993 si occupa di filati di qualità.
Per esporre le attività dell’impresa per una produzione sostenibile, il fondatore Alberto Corti parte dall’iniziativa più recente, «ReVerso», portata anche alla kermesse Pitti Filati di fine gennaio: «È una società creata appositamente da un gruppo di aziende del settore, tra cui la nostra. Abbiamo firmato l’accordo nel 2023: è un esempio di economia circolare che coinvolge l’invenduto dei brand di maggior lusso, che anziché essere buttato via viene consegnato a Green Line, un’azienda specializzata nella sfilacciatura dei capi, e con la materia prima ottenuta si fanno nuovi filati. È un progetto centrale nelle nostre strategie sulla sostenibilità».

Non è però l’unico: «Dal 2008 abbiamo intrapreso un percorso che ci porta all’utilizzo di filati certificati da enti di primaria importanza come l’Icea, l’Istituto per la certificazione etica e ambientale; oltre a ciò dal 2020 aderiamo a Detox di Greenpeace, contro la dispersione di sostanze chimiche tossiche nell’ambiente, e a all’iniziativa Bci (Better cotton initiative)».
Ma il progetto più longevo di Monticolor per l’ambiente è sicuramente «Color for life», nato nel 1996: «Sin dalla nostra fondazione ci caratterizziamo per la disponibilità di articoli in migliaia di colori: Colors for life testimonia il nostro impegno per colori tinti con coloranti certificati Gots (Global organic tectile standard) da Icea, quindi rispettando la natura».
Fiera Milano
A Provaglio, con un centinaio di dipendenti opera invece Montecolino, dal 1971 specializzata in pavimentazioni e rivestimenti tessili, principalmente per il settore fieristico, ad oggi il 70% del giro d’affari dell’azienda. Ed è proprio con e per le fiere che nasce l’iniziativa sostenibile più caratterista di Montecolino.
«Nel 2017 - racconta l’ad Nico Fontana -, ci siamo aggiudicati la gara per la fornitura di moquette per Fiera Milano, che è la quarta nel mondo, con l’idea di impegnarci per evitare i portare il prodotto in discarica a fine vita. Abbiamo iniziato a prodigarci per riciclare, venendo fortunatamente da un’esperienza di oltre 15 anni di riciclo di scarti industriale.
Nel 2019, alla scadenza del contratto, la fiera di Milano, accortasi del valore del riciclo, inserì nella nuova gara la sfida di riuscire a riciclare almeno l’80% della moquette: un appalto che abbiamo rivinto, e nel 2022 siamo riusciti a riciclare il 100% della moquette posizionata all’interno dello spazio fieristico meneghino».
Ma come funziona il riciclo di Montecolino? «Finite le manifestazioni raccogliamo la moquette e la conferiamo a dei centri di recupero plastica, un’attività in cui l’Italia è leader. Il materiale che ne viene fuori è una materia prima seconda che poi piazziamo sul mercato, ripagandoci così delle spese sostenute per trasporto e trasformazione. Nel periodo Covid con questa materia prima abbiamo creato «Wall eco pannel» (Wèp) un pannello a tre strati, di cui uno con materiale riciclato della moquette, con l’idea di reintrodurlo all’interno di fiere per condividere col nostro cliente la responsabilità di un nuovo impiego del prodotto nel luogo che ha originato il rifiuto».
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