Mercury e il noleggio auto come acceleratore della transizione verde

Anita Loriana Ronchi
Folonari: «Per ottenere obiettivi sostenibili serve immaginare un percorso fatto di piccoli passi»
Uno dei garage di Mercury - © www.giornaledibrescia.it
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Mercury SpA, società specializzata in noleggio auto a lungo e breve termine, ha sempre dimostrato un impegno costante e concreto in tema di sostenibilità. Fin dal 2007, infatti, ha avviato un percorso di riduzione delle emissioni di carbonio, iniziando con una rigorosa valutazione di tutta la sua flotta attraverso il carbon foot printing, conseguendo la prestigiosa certificazione ISO-14064 e, successivamente, investendo nell’ottenimento di certificati green.

La convinzione alla base è che il noleggio nell’epoca contemporanea non sia solo una forma di mobilità particolarmente adatta alle nuove generazioni, ma anche un elemento in grado di facilitare il processo di transizione green.

Lo rileva Italo Folonari, amministratore delegato di Mercury e vicepresidente di Aniasa (Associazione nazionale industria dell’autonoleggio), il quale sottolinea due aspetti: «Il primo è legato agli usi e costumi dei cittadini: il trend, proveniente da Oltreoceano, sta andando verso il pay-per-use, ovvero non comprare il mezzo ma la mobilità sotto varie forme; inoltre, il noleggio è un acceleratore della transizione, in quanto tutto il nostro parco è superiore all’Euro 6, tra ibrido, elettrico e plug-in ed è molto più giovane della media, sotto i tre anni, quindi meno inquinante».

I mezzi

Il parco macchine italiano sta invecchiando e gli stessi incentivi del Governo per l’acquisto di auto elettriche non stanno funzionando. «Forse - nota Folonari -, anziché spingere sul full electric, cosa che non sta avendo gli effetti sperati, bisognerebbe immaginare un percorso a piccoli passi, per cui l’importante è investire anche sul termico, purché superiore a Euro 6.

Italo Folonari - © www.giornaledibrescia.it
Italo Folonari - © www.giornaledibrescia.it

Faccio un esempio: pensare che chi ha una Fiat Punto magari del ’99, e risiede in una parte del Paese dove non è sviluppata una rete elettrica, passi a una Tesla 3 è un’utopia, ma se invece lo invogliassimo a passare ad un Euro 6 anche usato, in un mix di ibrido e plug-in, così facendo «avremo un “salto” di categoria da un’emissione a un’altra e il precedente proprietario che ha venduto l’auto potrebbe a sua volta andare verso una categoria superiore - aggiunge -. Attualmente, invece, la logica è quella della sostituzione. Questa può essere la strada, visto che con la politica dei lunghi passi si è ottenuto il risultato opposto».

I risultati

Mercury ha registrato nei primi mesi dell’anno un +200% di auto immatricolate e una crescita della raccolta di nuovi contratti pari al +50%. Un input importante arriva dalla nuova cultura del pay-per-use, per cui molti utenti - a fronte anche di una generale incertezza nella gestione tecnologica delle auto di nuova generazione - preferiscono orientarsi verso un noleggio a lungo termine.

Un servizio in forte crescita per la stessa azienda bresciana: «Il nuovo approccio - commenta Folonari - farà sì che circoleranno meno auto ma utilizzate di più. Lo dicono le statistiche: aumenta progressivamente il numero di clienti residenziali stanziali che utilizzano anche il noleggio a breve termine, primo appannaggio quasi esclusivo di turisti o personale viaggiante per lavoro». 

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